PER GOVERNARE OCCORRE VINCERE. MA ORA E’ TEMPO DI DARE RISPOSTE CONCRETE.

Il tempo di gioire è andato. Ed anche quello della distribuzione delle deleghe assessoriali ai quattro candidati già designati e della elezione del presidente del Consiglio e del suo vice. Ed è stato pure archiviato lo spazio legittimo per civettare. Con amici e sostenitori. Ed anche con gli opportunisti di turno, sempre pronti a salire sul carro del vincitore. Trentacinque giorni dopo la vittoriosa galoppata verso il Palazzo, tutti i preliminari sono stati consumati. Ad onor del vero non senza qualche difficoltà. Dettata, come sempre, dagli egoismi umani e dall’antico vezzo politico di apparire a tutti i costi. Anche se la drammaticità delle cose da fare avrebbe richiesto, proprio in questa prima fase, umiltà e senso di responsabilità maggiori. Giusto per lanciare i primi messaggi positivi. L’immagine di Luigi Ammatuna è quella del sindaco di tutti. Non male in tempi di antipolitica. Ma il buonismo di maniera è altra cosa. Da cui, a scanso di equivoci e di improduttivi atteggiamenti populistici, occorre prendere immediatamente le distanze. Come impongono ruolo e dovere istituzionale. Ora è tempo di governare. La gente attende risposte concrete e segnali di cambiamento in meglio. Come promesso in campagna elettorale. Che, ad oggi, per la verità, non si intravedono.

L’assessorato ai Lavori pubblici, all’Urbanistica, alla Viabilità, allo Spettacolo, alle Politiche giovanili è praticamente scoperto. Il suo titolare Alessandro Maiolino è fuori sede. Per motivi di lavoro. Il sindaco, dal punto di vista giuridico – formale ha messo a posto le carte. Revocando le deleghe a Maiolino ed assumendone provvisoriamente la titolarità. Ma, di fatto, alcune tra le più importanti branche della macchina amministrativa del Comune sono praticamente ferme da oltre un mese. In attesa che rientri Maiolino. E intanto ci sono scadenze da onorare, progetti da seguire, finanziamenti da non perdere, viabilità da sistemare, spettacoli da organizzare, uffici da ristrutturare. Questione di giorni? Già. Se è vero il detto “chi ha tempo, non perda tempo”, la domanda è questa:” Il comune di Pozzallo, che ogni giorno tutti i giorni, naviga a vista,  può permettersi il lusso di perdere tempo?” Quando la casa brucia anche un minuto può essere determinante. Se non drammaticamente fatale. Si era detto che, subito dopo l’insediamento, l’amministrazione avrebbe attivato gli strumenti necessari per quantificare il debito del comune al fine di procedere, con dati alla mano, alla elaborazione del Bilancio di previsione, avrebbe messo mano senza alcun indugio alla pratica porto e al Piano Regolatore Generale, avrebbe dato immediata continuità ai progetti esecutivi giacenti presso l’Ufficio Tecnico Comunale, avrebbe riorganizzato gli Uffici-cardine, dato impulso e ordine ai servizi di raccolta differenziata e di pulizia della città, emanato ordinanze per il rispetto dell’ambiente e della quiete notturna, razionalizzato le concessioni rilasciate per l’occupazione di spazi pubblici, rivitalizzato il servizio di Polizia municipale. La gente si attende risposte. Confortate da dati, numeri, risultati. Gli annunci ed i comunicati stampa ad personam non servono a nulla. Lo diciamo senza polemica. Con spirito assolutamente costruttivo. Auspicando un vero cambiamento. Se è vero che in campagna elettorale socialisti, seguaci di Vendola ed esponenti di Pozzallo Giovane hanno urlato ai quattro venti, ottenendo la fiducia degli elettori, che avrebbero imboccato metodi e strade diverse rispetto al passato, allora d’ora in avanti, nessuno si offenda,  occorre apparire e parlare meno e fare di più. Mettendo mano ai problemi da risolvere. Senza perdere un solo minuto di tempo.

 

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