PD SCICLI: ATTO AZIENDALE INSODDISFACENTE

 Il piano di riorganizzazione della sanità iblea prospettato dall’Asp 7, con l’Atto Aziendale è insoddisfacente per  inadeguatezza del numero e delle “qualifiche professionali” previste, non sufficienti a garantire i servizi sanitari ospedalieri e territoriali previsti dalla Legge.

Così come proposto, quindi il  nuovo assetto organizzativo appare cerente sotto una serie di profili sin troppo rilevanti, per poter essere varato a cuor leggero, quali:

Pianta Organica assolutamente deficitaria di figure professionali atte a  garantire i servizi previsti dal D.A. 14/01/2015 (“Riqualificazione e ri-funzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale”), a causa di incoerenza tra il numero delle figure professionali previste rispetto ai  posti letto assegnati alla riabilitazione, di Scicli, di Comiso e Ragusa, e con personale medico e paramedico  assegnato in dotazione organica sottostimato rispetto alle reali necessità dei pazienti  da ricoverare.

Ne è esempio la lungodegenza in cui – inutile ricordarlo trattandosi di pazienti quasi tutti non  autosufficienti e fragili  – nessuna dotazione di fisioterapista riabilitatore in tutta l’ASP, equivale a dire che non è prevista, di fatto, riabilitazione).

O ancora, la previsione di “strutture complesse” (UOC) e “strutture semplici” (UOS) non rispondenti allo stesso D.A. 14/01/2012 che ‘detta’ le regole per Riqualificare e Rifunzionalizzare …le “strutture sanitarie”.

Questo basta per giustificare seri dubbi non solo sulla rispondenza dell’ ‘Atto Aziendale’  ai requisiti minimi richiesti per uno strumento adeguato a garantire  l’efficienza e l’efficacia dei servizi da erogare, ma anche sulla sua conformità normativa.

In merito alla rispondenza tra questo “Atto Aziendale” e il Piano Strategico Regionale – buona pace all’On. Dipasquale soddisfatto per la previsione di “Oncologia “ – risulta invece che l’ASP di Ragusa non avrà – come previsto – un “Ospedale” completo di tutte le specifiche richieste per un Presidio Ospedaliero di I° Livello.

Infine non possiamo trascurare la preoccupante “scelta per l’Esternalizzazione del servizio infermieristico-riabilitativo, socio-assistenziale ed ausiliario delle RSA di Ragusa e di Scicli “, intrapresa senza una reale valutazione dell’economicità del servizio, tra pubblico e privato (basterebbe un raffronto con la gestione RSA di Comiso, a parità ed omogeneità di  livello di qualità dei servizi erogati da tutte queste strutture).

In ultimo – tale programmazione – incoerente con  le ‘Linee Guida” per la predisposizione degli Atti Aziendali in Sicilia’ (D.A. 1360/2015), alle norme nazionali e regionali inerenti la razionalizzazione delle risorse sanitarie, con particolare riguardo alla riconversione dei “posti letto ospedalieri” in “posti letto di riabilitazione e lungodegenza” si riscontra che:

·       Scompare la struttura complessa di Chirurgia a Scicli e viene ridotta a mero ambulatorio di Chirurgia  senza possibilità di degenza notturna.

·       Situazione simile nel reparto di cardiologia, con un solo medico ed un solo infermiere a garantire attività ambulatoriale di sola mattina.

·       Gastroenterologia risulta soppressa.

·       Pronto Soccorso, con soli 4 medici, nell’impossibilità di mantenere una turnazione adeguata e regolare.

Questi alcuni esempi di ciò che non va , un maggiore coinvolgimento nel piano avrebbe sicuramente condotto a una valutazione di ciò che va, e soprattutto all’integrazione delle migliorie possibili, magari – discutendone preventivamente nei partiti, nei territori !

È vero che la soddisfazione di qualcuno è sempre recriminazione di inappagamento per altri, tuttavia occorre saper valutare nei giusti pesi e contrappesi il malcontento, specie quando riguarda il “bene comune”, l’utilità pubblica, la salute del cittadino.

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