Otto prove della superiorità femminile

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola

Otto cose confermano che le donne sono più intelligenti degli uomini. 
La prima. Una donna non avrebbe mai scritto un articolo come questo. 
La seconda. Anche quando legge, curiosa e divertita, l’Oroscopo del 2023, in fondo una donna sa bene una cosa: solo le sue scelte e le sue relazioni affettive scriveranno il suo destino (e tanti saluti a Paolo Fox).
La terza. Le donne non mendicano le “quote rosa”. Chiedono semplicemente il diritto del neurone ad avere uno spazio, una casa.


La quarta. Il multi-tasking lo hanno inventato loro. Ho visto donne studiare Schopenhauer mentre sceglievano la cravatta al marito, rispondevano su WhatsApp alla collega e preparavano i plumcake ai figli senza Bimby.
La quinta. Conoscono generalmente la lista delle cose essenziali: la scuola, i libri, il verde, la bellezza, la profondità, e disegnerebbero, se potessero, una città a immagine di bambino.
La sesta. Non ricordo la sesta ragione della superiorità femminile.
La settima. Una donna non ammetterebbe mai di non ricordare la sesta ragione della superiorità femminile. La inventerebbe.
L’ottava. Hanno il pregio di una semplicità complessa, lineare, ma in uno spazio non euclideo.  

Mi iscrissi alla Facoltà di Psicologia per capire le donne. Ma, visti i risultati, avrei potuto ripiegare serenamente su un Corso di Colture Subtropicali. E più vado avanti negli anni e meno mi raccapezzo.
La donna, infatti (di qualsiasi età e grado di parentela o amicizia), rimane un dipinto d’arte moderna per pochissimi intenditori di spruzzi iperbolici, come quelli che ti dicono, ammirati: “È chiarissimo!” davanti a un punto interrogativo fuxia in una immane tela bianca. Ma chiarissimo cosa?
Nella concezione della geometria delle cose ad esempio, per noi uomini, la linea che unisce due punti è invariabilmente una retta. Per loro: “Dipende dai punti”.

Il tempo poi è un concetto talmente relativo che un loro “mi cambio e scendo” mi ricorda quella storia dei due gemelli, di cui uno rimane sulla Terra e l’altro viaggia nello spazio e al ritorno quello rimasto ad aspettare giù è (in ragione della relatività einsteiniana) molto più vecchio, come un fidanzato inerme legato al volante da una ragnatela bavosa (in un destino di spasmodici quanto inutili clacson).
Qualsiasi richiesta richiede a sua volta un’interpretazione paziente perché spesso è una trappola per enigmisti: “Ci tieni al concerto di Battiato?”
“Affatto!” 
“Affatto” vuol dire: “Trovami subito un posto sdraiati in prima fila con autografo e selfie col maestro sulle note di ‘I dervishi di Ozalon’ inclusi, diversamente concerterò coi legali la linea da seguire.”
Cogliere filologicamente quanti concetti possano essere condensati in gran segreto in un “affatto!” sarebbe compito millenario dei monaci de “Il Nome della Rosa” prima che si avvelenassero spontaneamente tutti per ermeneutica disperazione.

E comunque, da psicologo, sulla presunta superiorità delle donne a volte ho qualche dubbio, ma sull’inferiorità di noi uomini ho solo certezze. Se certi uomini trattassero le donne come amano la macchina o la squadra del cuore, sarebbe già un primo passo verso l’evoluzione dei primati.
A parte queste scemenze, generalizzazioni e luoghi comuni, se non ci fossero le donne, la vita sarebbe una tela bianca senza punti interrogativi fuxia. Liscia, candida. Ma ovvia. E oggi dell’ovvio non abbiamo bisogno. “Affatto!”.

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