ORGOGLIO E PREGIUDIZIO …

Credo che Bersani abbia commesso un gravissimo errore a seguire la strategia dalemiana del dialogo con il PDL; intendiamoci, siamo pienamente consapevoli che il Presidente va scelto con grandi convergenze, ma quando ti trovi tra l’alternativa di fare scegliere un tuo candidato dall’avversario storico, o poter scegliere tu tra una rosa che comprende anche il tuo “padre nobile” il problema non si pone!  

 Bersani da un lato poteva (ovviamente in prima battuta non ai tempi supplementari) indicare subito Prodi mettendo il M5S davanti alla necessità di disconfermare i propri militanti, dall’altro poteva subire la scelta di Berlusconi … ovviamente ha fatto la scelta sbagliata.

Dopo 2 mesi di tenere sospeso il Paese senza governo affermando giustamente che il governissimo con il PDL non è né utile né opportuno, e inseguendo la possibilità di una qualche intesa con il M5S per stanarli, quale demone si è potuto impossessare del gruppo dirigente del PD per fare un autogol tanto clamoroso? Ovviamente non mi permetto di valutare Marini, ma il percorso è stato un errore clamoroso.

Nella mia educazione uno dei dettami ricevuti è quello che quando si sbaglia … basta chiedere scusa! Anzi si deve chiedere scusa, tutte le altre alternative dettate dall’orgoglio non fanno che peggiorare la situazione.

Ma dopo il primo errore incredibilmente invece il gruppo dirigente del PD va in pallone inanellando una serie di errori come accettare la proclamazione di Prodi per acclamazione invece che permettendo il voto a scrutinio segreto in modo da permettere ai malumori di esprimersi prima della brutta figura in Parlamento … C’è anche da dire che è vergognoso che degli “onorevoli” abdichino al loro status comportandosi in modo “meschino” acclamando alle  9 del mattino Romano Prodi per poi tradirlo alle 17 (si badi bene 101 un quarto dei grandi elettori)!

Ovviamente un “gruppo dirigente” che non riesce ad essere più in sintonia con i propri eletti né riesce a responsabilizzarli riguardo alla necessità di un comportamento responsabile deve prendere atto che non dirige più niente, quindi le dimissioni di Bindi e Bersani sono un atto dovuto e forse l’ultimo vero atto di orgoglio opportuno!

Anche perché, arrivati a questo punto, non mettersi al rimorchio di Grillo sull’elezione di Rodotà è un tardivo e immotivato atto di “orgoglio” che costituisce solo un “pregiudizio” per il PD!

Ma siamo all’ultimo atto! La rielezione di Napolitano è di fatto la conferma che i partiti non sono in sintonia con il Paese e che si sentono “circondati” … Di fatto stanno facendo a gara a dare ragione a Grillo!

Perché dico questo? Perché Napolitano nella nomina dei saggi ha tracciato con chiarezza il percorso delle “larghe intese” quindi rieleggerlo significa abdicare alla linea del “governo del cambiamento” … e immagino con grande delusione della base, ma di sicuro con “mia” grande delusione!

… E con grande giubilo dei grillini che dopo essere stati messi all’angolo e avere visti eroso il consenso, si ritrovano protagonisti …

Che dire! Credo che Bersani dopo le dimissioni, adesso rischia la “beatificazione” essendo riuscito in due imprese impossibili: dopo avere “resuscitato” Berlusconi, adesso ha “resuscitato” Grillo!                                                                                         

 

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