OPERA DEL CANOVA LA STATUETTA ESPOSTA PRESSO LA FONDAZIONE MUSEO FAMILIARE “ GIORGIO LA PIRA” DI POZZALLO?

Fondazione “Giorgio La Pira”. Un’altra incompiuta. Su proposta dell’assessore del tempo, Concetta Vindigni, se n’era fatta carico la Provincia Regionale di Ragusa. Ma, a distanza di anni, tutto è rimasto a livello di buone intenzioni. Che, per la verità, presidente Franco Antoci in testa, non sono mancate. Ma la burocrazia, despota più che mai, ha avuto il sopravvento. Bloccando tutto. Il progetto è piombato nel grande dimenticatoio della cosa pubblica. Forse è mancata la convinzione. E, probabilmente, anche un pizzico di impegno in più. La verità è che dalle nostre parti idee di questo tipo incontrano qualche difficoltà di troppo. Più facile costruire la solita cattedrale nel deserto, organizzare una mega festa nazional-popolare con la partecipazione di un cantante di grido dal cachet costosissimo, che portare in porto iniziative culturali significative. Che richiamano alla vita, al percorso dell’uomo, che è pensiero, messaggio, culto, mito, tradizione, storia, logos. Che producono ricadute turistiche ed occupazionali importanti in una terra che continua a non utilizzare, proporre e promuovere, adeguatamente e doverosamente, storia, bellezza e pensiero. Beni culturali di grande ricchezza. Unica e irripetibile. Che fanno turismo culturale e religioso.  Angelo Angelino è il figlio maggiore della sorella di Giorgio La Pira, Peppina. Caparbio e ostinato, ci ha pensato lui. Agendo con convinzione. Con amore. Componenti indispensabili quando si sceglie la strada del fare. In via Pascoli, traversa di corso Vittorio Veneto, a due passi dalla villa comunale,  ha creato la Fondazione familiare – Museo –  “Giorgio La Pira”. Un locale pieno di documenti fotografici, libri, cimeli, carte, messaggi, tracce, manoscritti. Che ricordano il pensiero e l’opera di un illustre figlio di Pozzallo, sindaco di Firenze, deputato al Parlamento, costituzionalista, cittadino del mondo. Angelo Angelino, a nome della famiglia, è “angelo custode” della Fondazione. Innovatore instancabile, ci chiama al telefono per una “sorpresa”. All’ingresso del Museo un avviso: “La fiducia in Dio” la troverete presso questa Fondazione familiare”. Un minuto dopo, scoprendo una vetrinetta, ci mostra una statuetta. “L’ho acquistata – ci dice – nel 1958 a Milano, da un rigattiere che esponeva cose vecchie alla Fiera di Senigallia. Presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano esiste una scultura uguale in ogni particolare, il cui autore è Lorenzo Bartolini (1777 – 1850), dal titolo “La fiducia in Dio”. La statuina in marmo bianco da me comprata potrebbe essere stata il bozzetto originale da cui Bartolini trasse poi il suo capolavoro. L’atteggiamento mistico è impressionante. Vibranti le note poetiche di G. Giusti:” Quasi oblando la corporea salma, Rapita in Quei che volentier perdona, Sulle ginocchia il bel corpo abbandona Soavemente e l’una e l’altra palma. Un dolor stanco, una celeste calma Le appar diffusa in tutta la persona; Ma nella fronte, che con Dio ragiona, Balena l’immortal raggio dell’alma; E par che dica: – Se ogni dolce cosa M’inganna, e al tempo che sperai sereno Fuggir mi sento la vita affannosa; Signor, fidando, al tuo paterno seno L’anima mia ricorre, e si riposa In un affetto che non è terreno”.  Nella statuina ( fanciulla nuda in ginocchio) conservata nella Fondazione di Pozzallo, si evidenziano rifiniture e rotondità del Canova. La postura del bozzetto richiama molto la statua del Canova (1796), “La Maddalena penitente”, dalla quale differisce soltanto per le ginocchia accostate, le mani congiunte, il capo e lo sguardo rivolto al cielo. L’ipotesi di Angelo Angelino è che il Canova abbia trasferito in questi due bozzetti l’iter della sua attività scultoria che va dal neoclassicismo al naturalismo. Il dibattito è aperto.

 

 

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