OLTREPASSATI TUTTI I POSSIBILI LIMITI DI DECENZA

A Comiso il PDL locale ha avviato la campagna elettorale di affissione un anno prima del voto amministrativo e lo ha fatto nel peggiore dei modi sostituendosi alla Corte dei Conti, alla procura e ai Commissari prefettizi e istituendo un “Tribunale della Libertà” che, in assenza di qualunque regola, provvedimento amministrativo o giudiziario, individua false colpe e falsi colpevoli del dissesto e li addita all’opinione pubblica al posto dei responsabili reali.

Passi, ci siamo abituati, che a Comiso sono responsabili di ogni nefandezza amministrativa tutti tranne quelli che hanno il compito e l’onere di amministrare la città, che o non sanno, o non conoscono, o sono impossibilitati a fare bene per cause esterne, o non hanno i soldi per fare alcunché.

Passi, ci siamo abituati, che si confondano i debiti ereditati dalle precedenti amministrazioni con uno stato di dissesto dichiarato dopo 4 anni dall’insediamento del Sindaco attuale e che in questo lasso di tempo non si sia riusciti ad accertare ammontare e competenza temporale del debito.

Passi che il Partito Democratico costituisca l’impero del male da calunniare, attaccare, infangare, demolire quasi fosse il partito che sostiene Alfano a capo di un’amministrazione quasi vandalica come quella attuale.

L’imbarbarimento dell’interlocuzione politica di questi tempi ci ha purtroppo abituato a tutto, ma additare a responsabili del dissesto singoli individui, in un periodo di disagio sociale diffuso che rasenta la disperazione, è un atto infantile, irresponsabile, vile, pericoloso, incivile ed indecente, che può esporre a rischi personali gli esponenti politici “segnalati” e le loro famiglie. A Pippo Digiacomo, Gigi Bellassai e Fabio Fianchino va la solidarietà dell’intero Partito Democratico e di tutti i cittadini che questi metodi calunniatori scorretti non possono tollerare. Ci sono atti, nella vita come in politica, che qualificano più chi li compie che non certo chi li subisce, e questo è uno di quelli.

Sarebbe meglio che il Sindaco Alfano si dissociasse immediatamente dal contenuto e dalla forma dei manifesti affissi dal suo partito e che il PDL di Comiso, per se stesso e per la città,  chiedesse scusa per un errore marchiano, rimuovesse i manifesti affissi, e si concentrasse, con le altre forze politiche cittadine, a salvare il salvabile nell’interesse dei cittadini, restituendo alla politica la sua funzione naturale con un sussulto di dignità.

 

 

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