OLTRE LE SBARRE… LE BARRICATE?

Il messaggio alle Camere di Napolitano sull’opportunità di un atto di clemenza pone al centro del dibattito un problema annoso del nostro Paese, ma anche e soprattutto il problema della maturità democratica del nostro sistema politico.

La sintesi è presto fatta: una serie di leggi inutilmente rigoriste e un sistema giudiziario oggettivamente antiquato da una parte e una gestione dell’economia che ha inasprito in modo drammatico le disuguaglianze in un momento in cui la crisi morde soprattutto le classi più disagiate, ha di fatto espanso a dismisura il numero dei carcerati.

Al 30 settembre si contavano 64.758 detenuti su una capienza massima complessiva di 47.615: oltre 17.000 detenuti in più del massimo consentito; il 36% di “sovraffollamento”, tutto questo nonostante le norme che hanno ampliato la possibilità di fruire della detenzione domiciliare!

Le riforme “possibili” che potrebbero alleggerire il problema sono diverse, ed alcune sono state tentate, vedi il disegno di legge Severino che snelliva il processo di fruizione delle pene alternative e ne ampliava la portata, ma questi tentativi si sono tutti arenati davanti alla “paura” della nostra classe politica di assumersi la responsabilità di legislazioni più moderne e socialmente efficaci, ma pregiudizialmente etichettate come “lassiste”.

Il nostro Paese ha perso la voglia di “ragionare” sui problemi e sule possibili soluzioni, oramai compie scelte prevalentemente “emotive” … e la classe politica?

Invece di porsi il problema dei pro e dei contro di un provvedimento di clemenza in un contesto di dibattito sereno, davanti a un problema gravissimo in termini di credibilità internazionale (la corte di Strasburgo ci ha già condannati), ma soprattutto indecoroso riguardo al rispetto delle persone, ecco il M5S accusare il Presidente Napolitano di voler salvare Berlusconi … ed ecco la Lega paventare la fuoruscita dalle carceri di stupratori e assassini!

Sarebbe questo il livello del dibattito politico? Che tristezza! Mi tornano in mente le parole del Principe di Salina:”non è più il tempo dei gattopardi e dei leoni, questo è il tempo degli sciacalli e delle iene….”

D’altronde c’è da capirli, il governo Prodi che ebbe il coraggio politico dell’ultimo indulto (tra l’altro additato come esempio virtuoso di atto di clemenza da studiosi di università americane), ha pagato un prezzo altissimo in termini di consenso, e ora le forze più marcatamente populiste cercano di utilizzare l’argomento per lucrare qualche punto percentuale in termini di consenso …

In questo clima emotivo serve a qualcosa sollevare il problema che la condanna di Berlusconi è già ridotta a 1 anno per effetto di un indulto e quindi credo che sia tecnicamente impossibile che la stessa condanna cumuli i benefici di un altro indulto … e qualora fosse tecnicamente possibile basterebbe semplicemente escludere i benefici di cumulo per la stessa condanna per evitare il problema?  

 E può essere utile evidenziare che quando si vara un provvedimento di clemenza normalmente si  escludono dai benefici i reati di maggiore allarme sociale?

Possibile che nessuno si accorga dell’incompetenza degli uni che non importa se a proposito o a sproposito continuano a paventare “inciuci” e dell’incoerenza degli altri che dopo aver riempito le carceri di sventurati che speravano in un futuro migliore (legge Bossi-Fini), aver fatto poco o nulla per aumentare la capienze delle carceri, essersi di fatto messi di traverso rispetto a tutte le norme di miglioramento del sistema giudiziario ora cercano di lucrare consenso spaventando le persone invece di cercare di affrontare il problema?

E’ vero che la Politica è stata ferita a morte dalla cialtroneria di una classe dirigente autoreferenziale, di scarsa sensibilità etica e che aveva come unico obiettivo quello di perpetuarsi, ma non potrà certo essere salvata da un nuovo ceto politico che invece di affrontare i problemi si nasconde dietro la demagogia.

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