Nuove prospettive per la disabilità

Un silenzioso mondo parallelo, quello della disabilità, a cui si intende dare voce. E per sviscerare a fondo questa problematica di grande valenza sociale, è stato organizzato un convegno a Ragusa, della durata di tre giorni, alla scuola regionale dello sport. “Abbiamo organizzato questo convegno per aprire una porta – afferma Antonino Marù, presidente coopoerativa COS – sul mondo della disabilità a più ampio raggio. Ci siamo chiesti come il disabile vive, in che modo struttura la propria identità sociale facendo una normale vita di relazione. Quello che vogliamo – continua Marù – è promuovere una nuova cultura educativa, una nuova sensibilità sociale. In una società come la nostra, i disabili hanno poco spazio: tutto può essere risolto se c’è  da parte di tutti un’accoglienza mentale del disabile”.

Ma quanto si può e si deve fare ancora per una perfetta integrazione del disabile nel contesto scolastico? “L’integrazione scolastica oltre ad essere un punto fondamentale per lo sviluppo delle persone con disabilità, è una risposta alla legge 104 del 1992. – sostiene Maurizio Gentile, psicologo e coordinatore regionale gruppi H – Siamo ormai a quasi vent’anni dall’emanazione di questa normativa, ma malgrado tutti gli sforzi che la scuola ha fatto, noi registriamo ancora grandi difficoltà. La scuola infatti viene spesso lasciata da sola. Faccio un esempio: l’insegnante di sostegno non basta per agevolare il disabile; la struttura scolastica, che dipende dagli enti locali, è spesso sguarnita di aule specifiche per precise attività laboratoriali. Ma mi riferisco anche alla mancanza di figure di supporto, previste dalla legge 104 che non vengono attivate”.

La regione Sicilia peraltro versa in una condizione particolare: la scuola pubblica annovera  circa ventiduemila alunni disabili, mentre gli insegnanti di sostegno sono più di dodicimila. “Fino a quando non ci sarà una collaborazione – continua Maurizio Gentile – tra scuola, sanità, famiglie ed enti locali, difficilmente ci potrà essere una integrazione piena. Occorre una politica di risorse e non di tagli”. (Angela Barone)

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