NOTHING TO LOSE E IL CORPO DI BALLO SOVRAPPESO

Si tratta di un progetto artistico, Nothing to lose (Niente da perdere), quello che è stato presentato in anteprima al Festival di Sydney, il 21 gennaio, e in occasione del quale si è costituita una produzione di ballo australiana che porta in scena taglie forti.

Sul sito di la Repubblica.donna.it si può vedere il video, trailer dello spettacolo, con tutti i ballerini che in assoluta disinvoltura utilizzano il proprio corpo morbido per muoversi con leggerezza.

La direttrice della compagnia Kate Champion ha affermato di voler liberare la danza dai pregiudizi sulle misure e le dimensioni del corpo. Chi lo ha mai detto che per fare il ballerino o la ballerina si debba essere scheletrici e anoressici?

Più che lanciare una critica al mondo artistico della danza e del balletto, l’intento è quello di ribaltare gli stereotipati canoni di bellezza ai quali ci hanno abituati. Bombardati ogni giorno da forme sinuose e muscolose, corpi abbronzati, depilati, tonici e anti gravità, si vuol invitare a guardare il bello insito nella normalità, in fisici che infrangono le regole imposte dalla televisione, dalle riviste patinate, dalle pubblicità.

Corpi enormi di uomini e donne flettono nell’aria come se non pesassero nulla, si mostrano alle telecamere senza inibizione alcuna per la loro danza liberatrice, si ergono mastodontici e fieri, con sguardi orgogliosi che sembrano dire “Io mi piaccio”, distruggendo gli ideali canonici di bellezza, inventando un nuovo linguaggio e mostrando l’impatto delle reali forme del corpo umano.

Lo sposalizio tra l’artista Jean Drinkwater, che spesso ha lavorato con forme austere e grasse con umorismo e incoraggiandone una visione positiva e Kate Champion,  coreografa e danzatrice, si è basato su una salda sincronia concettuale, seppur provenienti da ambienti artistici completamente diversi.

“È stato un incontro di grande complicità”, dicono, e a confermarlo il fatto che il progetto ha avuto subito un grande successo di pubblico.

Lo spettacolo di danza che ne viene fuori è la rappresentazione di corpi reali in movimento, che esprimono il coraggio, la grazia e l’energia allo stesso tempo, trasformando il corpo umano in un veicolo per il cambiamento, una modalità di resistenza, ma anche di denuncia e abnegazione, di rilancio di una soggettività che tocca tutti.

I protagonisti e le protagoniste si mostrano in costumi da bagno e lingerie che poco nascondono le forme, si godono in tutte le loro peculiarità ogni ruga, fossetta e piega come le splendide imperfezioni di tutti gli esseri umani.

Una danza oversize per gridare che il grasso non è più un tabù. 

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