NON FATE “CASSATE” SENZA L’OSTE

La proposta di accorpamento di alcune province siciliane e segnatamente Siracusa con Ragusa e Caltanisetta con Enna ha fatto davvero inorridire anche i principianti di diritto, tecniche e prassi amministrative perché un aborto simile è impensabile nel nostro ordinamento giuridico. Su questo particolare fronte chiederemo al nostro specialista avv. Giovanni Assenza un suo parere magari inserito nella sua rubrica del lunedì. Per la completa abolizione delle province possiamo invece esprimerci noi in quanto è materia più politica anche se le implicanze di ordine giuridico-formale hanno un certo peso. Intanto dobbiamo dire che in quasi tutti i programmi di tutte le forze politiche è prevista l’abolizione di questi organismi intermedi tranne in quelli della Lega che vuole abolire si le province ma solo quelle del sud. Qual’ è la motivazione principale?

Quella del risparmio di “uomini e mezzi” come suol dirsi in gergo militare, assieme però alle voragini di spesa per il Parlamento, i Ministeri, le auto blù, gli aerei di Stato, le missioni, gli enti inutili, gli enti da sopprimere etc etc etc. La più difficile abolizione guarda caso è proprio quella della provincia: sebbene in questi Organismi ci siano vere e proprie duplicazioni di competenza con le regioni, con i comuni, con i consorzi provinciali e regionali, il passaggio ad esempio ai comuni della gestione delle strade intercomunali sarebbe un vero e proprio disastro: mezza strada appartenente al Comune “ricco” in perfetta efficienza e l’altra mezza in perfetto abbandono. Sulle acque interne ad esempio metà fiume appartenente al Comune “virtuoso” in perfetto  assetto anche igienico-sanitario e l’altra metà con i liquami non depurati perché quel comune non ha i soldi per intraprendere una strada di bonifica.

Ci si dirà: ed allora il Po o il Tevere che attraversano diversi comuni e diverse province e diverse regioni? Appunto! Proprio per questo in quelle aree esiste ed agisce un’autorità autonoma per le acque che gestisce tutto, diciamo tutto il fiume dalla sorgente alla foce. Altri motivi che si oppongono senza un progetto razionale, serio e conducente alla abolizione delle province sono quelli del personale, delle strutture edilizie, degli edifici scolastici di secondo grado, delle succursali delle predetto scuole ubicate in Comuni diversi, delle caserme provinciali dei Carabinieri e così via.

Ed allora suggeriamo di fare così: Aboliamo prima e subito tutte le fonti di spesa veramente insostenibile non solo per il nostro paese ma per qualsiasi nazione al mondo; riduciamo privilegi, prebende, lussi assolutamente insopportabili, dimezziamo come minimo il numero di parlamentari, consiglieri regionali, consiglieri provinciali e comunali, auto blù, biglietti aerei, pensioni baby, saune e interventi di bellezza  gratuiti e, per ultime, anche le province con l’obbligo però di costituire degli uffici decentrati regionali che servano ad evitare i viaggi delle “preghiere” nei capoluoghi di regione che costano fior di quattrini per viaggi, pranzi, missioni, diarie etc etc, di amministratori e dirigenti potendosi in tal modo sbrigare ogni pratica burocratica in loco; una sorta di Commissariato regionale snello, agile, veloce con competenza specifica sui problemi intercomunali. Allora si che si possono abolire le province. Accorpamenti fasulli o di vassallaggio di un territorio rispetto ad un altro , NO; le mani della grande provincia sulla piccola, NO; la povertà in un piccolo territorio e la ricchezza (si fa per dire) in uno grande NO. Se ci sono proposte più serie si facciano avanti i proponenti magari con progetti scritti.

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