NON C’E’ PIU’ TEMPO PER ATTENDERE

I fatti politici delle ultime ore, peraltro prevedibili, porteranno il paese verso il baratro, evitato lo scorso anno attraverso sanguinosi sacrifici del popolo italiano. Prima di iniziare una analisi ad alta voce voglio chiudere la partita con gli ATTENDISTI DELLA POLITICA. C’è una forma di attendismo per OPPORTUNITA’ e quindi bando alle ipocrisie o lo si è per MANCANZA DI CORAGGIO e quindi inutili per la res publica.

Pensavo di chiedere, alla classe politica uno “ scatto di reni “, LA RISPOSTA NEI FATTI è INEQUIVOCABILE, il Parlamento è “ UN BIVACCO DI SUBORDINATI “ che, agli interessi del Popolo antepongono gli interessi di parte. Da tempo, nel nostro paese, ravvedo il pericoloso rischio di deriva democratica, naturale conseguenza del sistema maggioritario, ma, è anche vero che in politica il POPOLO E’ ARTEFICE DEL PROPRIO DESTINO.

Veniamo ai fatti. Le tre maggiori forze politiche in campo (PD-PDL-M5S), reazionarie e giacobine allo stesso momento (reazionarie perché al servizio del monarca – giacobine in quanto tagliatrici di teste dello stesso) STANNO SERIAMENTE MINANDO LA TENUTA DEMOCRATICA DEL PAESE, attentando alla solidità istituzionale ma soprattutto sferrando un attacco senza precedenti alla nostra Carta Costituzionale. Analizziamo prima gli effetti e poi la causa. Gli effetti di una eventuale crisi, ad oggi inevitabile, vanificheranno tutti gli sforzi fatti dal cittadino: aumenta lo spread, minerà seriamente la credibilità del sistema paese, calerà la fiducia dei mercati internazionali, vanificherà l’uscita dalla procedura d’infrazione (rapporto PIL/deficit pubblico sotto il 3%) fattoci dall’UE, vanificherà il labile tentativo di aggancio della ripresa economica, azzererà tutti i provvedimenti previsti dalla legge di stabilità (IMU, IVA, Cassa Integrazione Speciale,  Finanziamento agli enti locali, all’imprese, gli sgravi all’impresa, la riforma elettorale, la riforma di Equitalia, ed ancora gli esodati, la stabilizzazione dei precari etc.etc), insomma, vanificato tutto agli interessi di queste forze, ripeto, REAZIONARIE E GIACOBINE allo stesso tempo,  TUTTO, IPOCRITAMENTE, IN NOME DEGLI INTERESSI DEL CITTADINO. Dicevamo i fatti, se il PDL vuole aprire la crisi istituzionale, ritira la squadra di ministri dal governo ed apre la crisi, inoltre, in barba all’art.67 della Costituzione che svincola il Parlamentare dal vincolo di mandato, raccogli le firme mettendo sotto tiro proprio la Costituzione massima garanzia di democrazia proprio perché frutto di un compromesso tra le due grandi forze politiche di allora. Il Cavaliere, come noto sensibile al fascino femminile, si fa dettare la linea dalla Santanchè, nominata anche lei, le cui radici fasciste sono note e per questo de stabilizzatrice, che propone addirittura l’assalto alla Procura di Milano o Napoli, sede dei processi a capo del leader. Solo per memoria storica, gli effetti del ritiro dei Parlamentari all’Aventino il nostro paesi li ha subiti drammaticamente, furono il preludio del ventennio fascista ( riflessione !!! ). Il PD, in stucchevole fase precongressuale, sempre in fase di rinnovo regole, prigioniero delle sue contraddizioni, combattuto tra la storia comunista ed il Sindaco asfaltatore, il doroteo (mi riferisco all’aspetto deleterio di questo termine). Renzi, disdegna le larghe intese con il nemico-amico Silvio, e non disdegna la testa di Letta. Quasi per pudicizia non la chiede ma non la disdegna, tanto è vero che un suo Vice Ministro e precisamente all’Economia, l’On Fassina, dimenticando il suo ruolo organico di governo, ne contesta le scelte. Ma anche a questo siamo abituati, ricordate i Ministri, del Governo Prodi, Mussi e Diliberto etc. in testa al corteo contro il governo. Infatti il piatto d’argento dove poggiare la testa del povero Letta gli e la porge proprio il Cavaliere, la pitonessa, e tutti i fedeli del padrone pidiellini che in questi giorni stanno raccogliendo le dimissioni dei parlamentari, tutto questo con il massimo gradimento sia di Fonzie-Renzi che vede così l’agognata meta, sia dei nostalgici comunisti (nel frattempo imborghesiti) che sognano un’improbabile “ rimpatriata a sinistra “. Sul duo Casaleggio-Grillo (in rigoroso ordine d’importanza) cosa dire, il progetto destabilizzante verso un nuovo ordine mondiale del duo è arcinoto, ha cavalcato il dissenso, ha una offerta politica infarcita di demagogia e populismo, si muovono bene nella confusione, fino a che il Popolo non se ne accorge, tiriamo avanti.

COSA RESTA DA FARE A LETTA?

Portare la Legge di stabilità in Parlamento, porre il voto di fiducia, prima del fatidico 15 Ottobre data in cui si discuterà la decadenza del Cavaliere. Tutto questo trasmesso a reti unificate, davanti al popolo Italiano.

COSA RESTA DI QUESTO PAESE? TANTISSIMO

Resta quel 50% di Italiani che schifati dai politi e non dalla politica, non si è recata alle urne nonostante la protesta demagogica e populista (M5S) era in campo, che non si è recata alle urne per legittimare quel bipolarismo muscolare (PD-PDL) che ha portato l’Italia allo sfascio. Una Italia fatta di donne ed uomini che alla protesta vogliono la proposta. Resta una fetta di elettorato moderato che ha creduto alla terza via come grimaldello di un sistema marcio legittimato dal Porcellum (poi cari compagni, o ex compagni, un giorno parleremo della famosa Legge Scelba, nota come Truffa, del 1953 e magari caro Veltroni un giorno ci spiegherai il Porcellum di cosa si tratta) , seppur flebile e pieno di contraddizioni. Non posso non pensare che, oggi sia nell’elettorato PD come nell’elettorato PDL, ci siano persone moderate che non credo sia lecito legare la sorte del paese alla sorte del proprio leader. Che siano coinvolti nella linea indicata dalla Santanchè o dall’asfaltatore fiorentino che si intersecano nel chiedere la testa del capo del governo e non solo, Napolitano garante resta una figura scomoda.

Questa è un’area maggioritaria nel paese, deve togliere un po’ di ragnatele e molta polvere depositatasi su quei valori di Democrazia, di rispetto Costituzionale prima che Istituzionale propri della storia del popolarismo cattolico democratico. Deve essere capace di rinnovarsi nella classe dirigente e soprattutto deve riscendere in campo, con coraggio, nell’interesse generale del paese. Scendere in campo per RIGENERARE LA DEMOCRAZIA PARTENDO DALLE AUTONOMIE LOCALI, ATTRAVERSO IL PAESE, VERSO LA GRANDE EUROPA DEI POPOLI. Solo chi ha intrinseco in se questo grande patrimonio culturale e valoriale, il senso dello stato, il rispetto delle regole e dei principi fondanti di una Nazione, può assumere la guida di un grande paese come l’Italia, ma ricordate che alla fine solo al POPOLO COMPETE STABILIRE IL PROPRIO DESTINO.

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