È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
NON C’E’ 2 SENZA 3 …?
25 Lug 2013 15:00
Il PD si avvia ad un congresso molto importante sia a livello nazionale che a livello locale, ancora si stanno mettendo a punto le regole congressuali, ma l’attesa degli esiti congressuali è tanta.
In effetti il PD è rimasto oramai nel panorama politico italiano l’unico partito “non leaderistico”, quindi il congresso “veramente” deciderà l’indirizzo futuro del partito senza l’influenza “determinante” o in alcuni casi “esclusiva” di un leader.
Anche se sembra di fare un tuffo indietro negli anni ’70 o di riecheggiare una felicissima gag di Ficarra e Picone, è vero che “la base” influenzerà fortemente la “linea” del partito. E bisogna dire che “la base” del PD di questi tempi risulta “molto sensibilizzata” stante le divergenze che continuamente si trova a registrare tra la “realpolitik” espressa dalla dirigenza del partito e l’aspirazione al cambiamento espressa oramai in maniera decisa dai cittadini.
L’acuirsi della crisi rende peraltro sempre più pressante la necessità di politiche che si facciano carico dei bisogni crescenti della popolazione e, come naturalmente avviene sempre in momenti come questi, da una parte diventano più decise le pressioni per “comprimere” i diritti sociali dall’altra aumenta la consapevolezza del valore della solidarietà …
Insomma piaccia o non piaccia, si consideri incompiuto e malfatto, lo si voglia più caratterizzato ideologicamente o più movimentista, una cosa è sicura questo partito oggi rappresenta un “contenitore di democrazia” di cui il nostro Paese non può fare a meno.
Anche a livello locale le recenti scelte elettorali del PD alle amministrative hanno reso evidente la necessità di un radicale cambiamento di rotta nella gestione del partito se è vero, come è venuto chiaramente alla luce, che la scelta di sostenere Cosentini è stata nella realtà determinata da una minoranza che ha fortemente voluto questa alleanza nonostante l’opposizione degli “aventiniani” del secondo circolo, l’opposizione di coloro che (come me) la hanno fortemente contestata in coordinamento, il parere contrario della metà della maggioranza che in segreteria aveva espresso la propria contrarietà e che poi per “disciplina” al coordinamento ha votato a favore o si è defilata … in pratica il segretario e un manipolo di supporter ha determinato una scelta che si è rivelata disastrosa senza neanche, dopo, avere il “coraggio” di assumersi le proprie responsabilità dimettendosi; uno stile di fare politica nella sinistra che questa città ben conosce e che ha già sperimentato nel 2005 con la sfiducia all’amministrazione di centrosinistra, nel 2006 con il mancato accordo unitario del centrosinistra su Poidomani e che con un semplice avvicendamento di dirigenti si è però perpetuato immutato.
L’articolazione in circoli del PD consentirebbe la creazione di liberi spazi di dibattito politico di cui si sente il bisogno impellente, e la proposta del secondo circolo ha percorso questa via, anche se a mio avviso commettendo l’errore di “isolarsi” non partecipando ai momenti decisionali e “di fatto” non incidendo in modo costruttivo nel dibattito interno.
Ora, in prossimità dell’appuntamento congressuale, diventa importante offrire a coloro che vogliono partecipare al dibattito interno al centrosinistra un luogo di incontro che permetta un “nuovo” metodo di partecipazione alla politica della città, il problema non è assolutamente personale per cui basta andare oltre la “gestione Calabrese” rivelatasi disastrosa, ma si deve anche evitare di offrirsi come “trampolino di rilancio” di coloro che in passato in questo centrosinistra hanno fatto scelte altrettanto disastrose.
La discontinuità non può essere, come alla fine si è rivelata nell’ultimo congresso cittadino, solo relativa all’avvicendamento di dirigenti, ma deve essere una discontinuità di metodo e di stile politico, archiviando per sempre gli ultimi 8 anni di gestione della sinistra in questa città.
E se questa discontinuità di metodo e di stile non si riesce, come finora non si è riuscita a realizzare nel circolo cittadino per la forte resistenza al cambiamento degli attuali dirigenti, e si vuole dare una forte spinta verso l’apertura e la partecipazione e una forte caratterizzazione innovativa, anche l’istituzione di un ulteriore circolo cittadino non è da escludere a priori, anzi, forse, se permangono queste condizioni date, è la soluzione più facilmente percorribile per coinvolgere coloro che potrebbero avvicinarsi o riavvicinarsi al PD.
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