NON CAPRICCIO AMMINISTRATIVO MA STRUMENTO OBBLIGATORIO

Le polemiche riapertosi in settimana in merito all’attuazione del Piano Paesaggistico da parte di esponenti politici regionali oltre a qualche esponente modicano che aspira alla sindacatura “puzzano” di propaganda elettorale.

Il Piano Paesaggistico non è uno strumento di legge facoltativo, un capriccio amministrativo, ma uno strumento urbanistico obbligatorio per legge che ha lo scopo di  tutelare il paesaggio e di riqualificarlo, onde necessario e possibile ; la sua stesura è attuazione non è opinabile, ci sorprendiamo, non poco,  come degli esponenti politici regionali non siano in grado di capire, a distanza di 2 anni dalla sua approvazione alla regione, che non attuarlo è un atto contro la  legge e che molte provincie siciliane, Ragusa compresa,  hanno redatto e attuato il piano con enorme ritardo rispetto ad altre provincie italiane.

Il piano paesaggistico tutela il paesaggio e detta delle regole certe per la sua progettazione, le linee di massima del piano paesaggistico dovrebbero, in seguito, essere recepite dai comuni per un buon governo dei territori; il piano non si occupa di aree urbanizzate, la progettazione urbanistica è affidata ai piani regolatori generali, ma solo ed esclusivamente delle aree aventi valore paesaggistico di rilevante importanza catalogati, a secondo del contesto e della tipologia , in aree  verdi, con livello di tute due, e aree rosso, con livello di tutela tre; naturalmente al tipo di vincolo è strettamente legato la tipologia di intervento ammissibile.

Ci chiediamo, ma temiamo di avere già una risposta, il perché di tanto accanimento contro la tutela di un bene primario come il paesaggio; perche schierarsi contro uno strumento di legge che lo tutela  e lo valorizza cercando di evitare le speculazioni edilizie e dettando regole certe, mettendo ordine nel caos normativo, che in questi anni ha prodotto effetti devastanti  per il territorio?

Le polemiche, sterili e prive di argomentazioni plausibile, che hanno il solo scopo di accendere i riflettori su “piccolezze” elettorali, rischiano di mettere in cattiva luce uno strumento importantissimo che andrebbe difeso e maggiormente strutturato anziché corroso da politiche miopi e demagoghe che basano la loro forza sulla non conoscenza e sul terrorismo mediatico.

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