NON A TUTTI I COSTI!

Conoscendo il valore e la qualità di Enrico Letta penso che sia la persona più adatta per il difficilissimo ruolo che è stato chiamato a rivestire.

Il passaggio è strettissimo, l’antefatto che ci ha portato a questo punto è noto a tutti, ora sulle spalle di Letta grava l’esigenza di dare un Governo che dia al Paese le risposte immediate di cui ha urgente bisogno: il finanziamento della Cassa Integrazione in deroga che dia a migliaia di lavoratori un minimo di sussistenza economica che da luglio in poi verrebbe meno; la soluzione del problema degli esodati; la rivisitazione degli impegni con l’Europa senza cui non sarà possibile nessuno stimolo alla crescita; e poi a seguire … il recupero della credibilità della politica, il taglio dei costi della politica, la legge elettorale, la diminuzione dei parlamentari, del bicameralismo etc.

Il PD che di suo in questa situazione c’ha messo la virata rispetto alla linea originaria del “governo del cambiamento” che ha aspettato per 50 giorni un riscontro del M5S che non è arrivato, e lo psicodramma delle 72 ore di “ordinaria follia” dell’elezione del Presidente della Repubblica che ne ha evidenziato le crepe profonde ora è il soggetto che rischia adesso di più!

E si badi bene rischia oggettivamente di più perché è stretto tra la morsa da una parte di una sinistra che si è svincolata dall’alleanza e di un Movimento 5 Stelle che ha giocato con abilità al “tanto peggio tanto meglio” utilizzando argomenti di grande presa emotiva (costi della politica, ricambio di classe dirigente), ma tenendo in ombra i problemi economici reali e urgenti del Paese anzi esorcizzandoli proclamandone l’inevitabilità (il Paese a settembre è in bancarotta), per giustificare di non fare nulla per risolverli; dall’altra parte un PDL che ha recuperato credibilità politica professandosi “disponibile” e “responsabile” rispetto alla soluzione della crisi, che ha messo il cappello sulla rielezione di Napolitano e ora vuole passare all’incasso con un governo la cui responsabilità sarà pronto a disconoscere come già fatto con Monti; ma rischia moltissimo anche perché ha palesato una incredibile incapacità di comunicazione con il proprio elettorato né intuendone gli umori, né riuscendo a spiegargli le scelte fatte.

Ma ripeto il passaggio è strettissimo perché da una parte le urgenze chiamano a scelte difficili, dall’altra il PD non può prestare il fianco a lascarsi “impantanare” dal PDL facendosi logorare ai fianchi (come è già accaduto a Monti dopo i primi mesi) senza nessuna riforma vera e gestendo solo le emergenze.

Insomma a mio avviso l’unico elemento di speranza è dato dalla frase pronunciata da Letta quando ha ricevuto l’incarico “ Governo ma non a tutti i costi” e ci vorrà la determinazione e la capacità che riconosco a Letta per capire qual è il costo “giusto” da pagare; peraltro Letta (che è un politico di buona esperienza) ha dalla sua il fatto che essendo giovane non sarà disponibile a “mettere a rischio” la propria credibilità politica a cuor leggero, sapendo che in questa occasione si gioca il proprio futuro politico;  quindi c’è da sperare che centellinerà le concessioni al PDL e soprattutto che farà in modo di tenere ben distinte le scelte di governo dell’economia con cui dovrà dialogare con il PDL con le riforme istituzionali che rimetterà il più possibile al libero gioco parlamentare schivando così l’abbraccio asfissiante del PDL; peraltro il PDL che ha giocato il ruolo della “responsabilità” non potrà a cuor leggero lasciar cadere questo governo.

E non mi preoccuperei eccessivamente dei sondaggi in crescita che in atto incoraggerebbero il PDL a tornare alle urne: non tengono conto dell’opzione da parte del PD di mettere in campo Renzi che costituisce elettoralmente una incognita di cui Berlusconi teme gli effetti.                                                                                         

 

 

 

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