Nessuna restrizione per la raffineria di Priolo, sbloccato l’impasse. Passo avanti nell’intricata vicenda Isab-Lukoil

I ministri dell’economia Giancarlo Giorgetti e delle imprese Adolfo Urso, al termine di un approfondito colloquio, prendono atto della decisione tecnica del comitato di sicurezza finanziaria del Mef che rappresenta un importante passo avanti per poter realizzare tutte le condizioni per un favorevole esito della vicenda della raffineria di Priolo. Lo si legge in una nota.

A quanto si apprende da fonti governative, il comitato di sicurezza finanziaria del Mef, rispondendo ad un’istanza della raffineria Isab, controllata Lukoil, avrebbe assicurato che la stessa non è sottoposta a nessuna misura restrittiva da parte dell’Ue. “Siamo soddisfatti per il chiarimento arrivato dal MISE che sblocca le linee di credito in favore dell’Isab Lukoil di Priolo grazie al rilascio di una ‘comfort letter’, ufficializzando che le operazioni con importazione del petrolio non russo sono fuori dal perimetro giuridico che fa scattare le sanzioni europee dal 5 dicembre prossimo, data dell’embargo sul petrolio russo”. Lo affermano in una nota congiunta Tonino Galioto, Segretario UGL di Siracusa e Peppino Furci, Segretario provinciale della Federazione Chimici, che da mesi sostengono con molteplici iniziative finalizzate alla salvaguardia dei posti di lavoro ed alla continuità dell’attività industriale sul sito produttivo siracusano.

“Ringraziamo il ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso – proseguono i sindacalisti – per aver inserito, da subito, nell’Agenda politica il dossier sull’emergenza delle raffinerie operanti nella zona industriale di Siracusa a rischio chiusura per effetto dell’embargo al petrolio proveniente dalla Russia. Proprio la società Isab-Lukoil, dall’inizio della guerra russo-ucraina, pur non essendo stata oggetto di sanzioni – spiegano – ha subito la chiusura delle linee di credito da parte del sistema creditizio con la paventata chiusura dello stabilimento il prossimo 5 dicembre. Risposta che attendevamo dal nuovo governo e che non ha tardatO ad arrivare – concludono Galioto e Furci – ed è il primo passo per rilanciare il sito industriale verso la transizione energetica”.

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