Nessun esproprio notificato ai proprietari. A dirlo uno dei proprietari dell’ex Fornace Penna, il Barone Guglielmo Penna

“Non ci consta nessuna notifica di esproprio – afferma uno degli eredi, il barone Guglielmo Penna, figlio del barone Francesco Penna di Portosalvo Cianciolo deceduto anni fa e di Angela Terranova Penna di Portosalvo Ciarciolo che, per decenni, si è spesa tanto per salvare l’ex Fornace Penna – nel mese di marzo del 2022 abbiamo ricevuto la comunicazione che era avviato l’iter espropriativo. A marzo saranno due anni dalla comunicazione dell’avvio delle procedure di esproprio e di fatto tutto è bloccato perchè della Fornace Penna non si può fare al momento nulla. Non abbiamo ricevuto nessuna notifica di esproprio. Quella comunicazione servì solo a mettere in fuga gli ennesimi investitori privati interessati. Per anni, nel rispetto dei ruoli istituzionali degli enti coinvolti e pienamente coscienti di vivere in uno stato di diritto, ci siamo mossi con il coinvolgimento degli enti competenti. Fra la metà degli anni Novanta ed i primi anni del Duemila si è fermato un accordo con un gruppo imprenditoriale per un uso a fini turistico-ricettivi nonostante la Soprintendenza ai beni culturali ebbe a pronunciarsi favorevolmente. Lo stesso è valso dopo l’avvio della procedura di esproprio con gli investitori che hanno deciso di mollare”.

Dall’incontro di sabato scorso l’impegno ad accelerare la procedura di esproprio. 

Promosso, in occasione dei cento anni dall’incendio della Fornace Penna, dal Partito Democratico si è tenuto nei locali della Casa Gialla sul molo a Sampieri. Al parterre il deputato regionale Nello Dipasquale, il sindaco Mario Marino, il soprintendente ai beni culturali di Ragusa,  Antonino De Marco, e l’architetto Ignazio Lutri. Fra il pubblico presente anche il barone Guglielmo Penna che ha parlato proprio della mancata notifica dell’esproprio. Nel corso dell’incontro è stata unanime l’idea, oggi divenuta necessità, di recuperare lo storico monumento per consegnarlo alla pubblica fruizione. “E’ stato deciso di accelerare l’iter di esproprio del bene con l’immissione al possesso e di costituire un tavolo istituzionale, con l’impegno preciso del primo cittadino di Scicli di farsi elemento di collante tra le parti, Comune di Scicli, Soprintendenza, deputazione Iblea e associazioni che hanno cuore la Fornace – spiega il segretario cittadino del Pd, Emanuele Scala – sabato scorso abbiamo messo insieme gli attori principali indispensabili per dare una speranza di soluzione”.

Per le finalità turistico-ricettive sono sfumati due progetti.

Un primo contatto, si era alla metà degli anni Novanta, prevedeva un progetto per l’insediamento di un albergo a cinque stelle con 200 posti letto ed un campo da golf a 12 buche dove gli appassionati avrebbero potuto giocare, con il favore della luce, fino al tramonto. Non se ne fece nulla con la proprietà che si spese per chiedere l’approvazione del progetto. Progetto pensato e redatto per mantenere l’immobile nello status del tempo intervenendo con opere a tutela del manufatto e con corpi ricettivi e culturali aggiunti allo scheletro dello stabilimento. Il progetto rimase nei cassetti della proprietà dell’immobile ed in quelli del Comune senza una risposta pur avendo il parere favorevole della Soprintendenza.

Un secondo contatto fra privati risale al 2021 con un gruppo pronto ad investire, in un’opera di rifunzionalizzazione culturale-ricettiva, la somma di 40 milioni di euro. Il gruppo ritirò l’offerta dopo che ai proprietari arrivò la comunicazione dell’avvio delle procedure di esproprio dell’immobile. Ed, intanto, l’ex Fornace Penna, la “Mànnara” del commissario Montalbano, continua a cadere a pezzi fra parole e carte che viaggiano fra i meandri della burocrazia. 

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