Modica, Saviano e i leoni da tastiera: una parola sola: NUTS!

N-U-T-S. Lettere scandite, come a volerle incidere nella storia. Lettere che raccontano un episodio epico della Seconda Guerra Mondiale: era il dicembre del 1944 quando il generale americano Anthony McAuliffe, circondato dai tedeschi durante l’assedio di Bastogne, rispose così alla richiesta di resa. “NUTS!” Un’unica parola. Laconica, irridente, netta.  Un secolo dopo, quella stessa parola rimbalza oggi nel dibattito pubblico italiano, richiamata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio nel contesto del caso Al-Masri. Ma quella stessa parola, NUTS! potrebbe essere la perfetta risposta a ciò che, in queste ore, è accaduto a Modica, a proposito dello spostamento, per motivi di sicurezza, dell’incontro con Roberto Saviano dalla chiesa di San Giovanni a quella di San Giorgio.

La vicenda è nota. Saviano, sotto protezione per la sua battaglia civile e letteraria contro la criminalità organizzata, doveva intervenire all’interno della rassegna culturale Scenari, promossa dalla libreria Mondadori di Piera Ficili, con il sostegno di istituzioni e sponsor privati che da anni credono nel valore dell’investimento culturale nella città. Ma la Questura, valutate le condizioni logistiche e le vie di fuga, ha ritenuto più opportuno spostare l’evento da da San Giovanni a San Giorgio. Scelta dettata da criteri tecnici di sicurezza, non da valutazioni estetiche, politiche o organizzative. Ed è bastato questo per scatenare, ancora una volta, il fuoco fatuo dell’indignazione digitale. Al netto di alcune legittime valutazioni politiche  di alcuni consiglieri comunali che piaccia o meno hanno titolo per esprimere valutazioni, leoni da tastiera, finti cultori del decoro urbano, professionisti della polemica inconcludente hanno trasformato una decisione razionale e ponderata in un pretesto per denigrare. Si è detto di tutto e di più, in sintesi che Scenari “non valorizza Modica alta”, che “sposta gli eventi altrove”, come se l’obiettivo di chi organizza Scenari fosse fare da guida turistica, e non promuovere cultura, incontro, pensiero. Chi muove queste critiche cosa ha fatto, in concreto, per la città? Quanti eventi ha realizzato? Quante responsabilità ha assunto? Quanti palchi ha montato, quanti rischi imprenditoriali  ha corso, quanti ospiti ha accolto? La verità è che criticare è facile. Costruire è faticoso. Soprattutto se si vuole farlo senza vendere l’anima, senza servilismi politici, senza retorica vuota. Scenari è oggi una delle poche manifestazioni culturali di respiro regionale e nazionale ormai, che mantiene la schiena dritta, sostenuta da una rete di energie private ed istituzionali che investono perché ci credono, non perché devono. E questa libertà dà fastidio. A tutti coloro che oggi si improvvisano critici da tastiera, indignati a ore, indignati a comando, l’unica risposta possibile è quella che la Storia ha già insegnato: NUTS. Che per chi non lo sapesse significa “Andate all’inferno”.  E per chi ha orecchie per intendere, basterà.

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