MODICA, REPLICA DELL’ASSESSORE ANNAMARIA SAMMITO SUL MUSEO ETNOGRAFICO

Non riesco a scorgere il senso e soprattutto il significato delle note diffuse da Grazia Dormiente prima e da Luigi Galazzo dopo: l’Amministrazione comunale e io personalmente, per quanto ho a cuore il Museo su cui si sta tentando di costruire queste polemiche, non abbiamo mai inteso delegittimare niente e nessuno.

L’Associazione culturale Serafino Amabile Guastella ha alle spalle un percorso virtuoso, antesignano, come ho detto parlando del museo etnografico in occasione della presentazione dell’idea progettuale per il Museo archeologico di Modica, ed assolutamente innovativo e rivoluzionario per gli anni in cui venne, con tanta passione, allestito il museo, come mi ha raccontato la stessa Grazia Dormiente e come io ho appreso, quasi quotidianamente, fin dal 1995 dallo stesso Duccio Belgiorno, avendo avuto la fortuna di lavorargli a fianco.

Un percorso che poi è stato virtuoso ed antesignano anche nella gestione, affidata ad una delle prime cooperative operanti nei beni culturali (Cooperativa Etnos) che in quegli anni veniva formandosi e che penso abbia svolto un ruolo altrettanto determinante nella gestione e  conduzione dell’attività di valorizzazione del museo.

Affinché venga fatta chiarezza pubblicamente – dal momento che già privatamente, in occasione di numerosi incontri, ho avuto modo di rappresentare personalmente la questione alla prof.ssa Grazia Dormiente (fino al nostro incontro di qualche settimana fa a Pozzallo) – va precisato che il progetto di musealizzazione presentato nella rivista “INTERNI&MUSEI/Interiors&Museums. Temi di Architettura degli Interni e di Allestimento e Museografia”, è il frutto di un lavoro intrapreso con l’Università di Palermo alla fine del 2009 e per l’80% riguarda l’allestimento e la ricollocazione delle collezioni archeologiche del museo civico F.L. Belgiorno al Palazzo dei Mercedari. Per il Museo Etnografico Serafino Amabile Guastella il materiale richiesto dagli accademici di Palermo, relativo al percorso già allestito così brillantemente negli anni ‘70, è stato fornito dalla Cooperativa Etnos: così è accaduto ogni qual volta è stato necessario divulgare informazioni sul museo, essendone i componenti direttamente operativi sul campo. Il progetto ha il solo scopo di esaltarne e valorizzarne ancora di più il percorso espositivo, come è stato relazionato nell’incontro del 23 febbraio dagli accademici dell’Università di Palermo.

Questo non credo che delegittimi nessuno e tantomeno dimentichi qualcuno. Ad onor del vero il lavoro straordinario dei componenti dell’Associazione culturale Serafino Amabile Guastella è stato citato e i nomi sono ricordati alla nota 44 di pag. 35 della rivista sopra menzionata. Per quanto riguarda l’informativa sul progetto voglio ricordare che ho incontrato i componenti dell’Associazione all’inizio del mio mandato di assessore nelle persone di Grazia Dormiente, Franco Ruta, Enrico Spadaro e del compianto Giorgio Buscema: in quell’occasione li ho informati del progetto che avevamo in corso facendo loro vedere il lavoro in bozza. Non ho avuto il piacere di incontrare Luigi Galazzo e nemmeno di parlare con lui del futuro del museo etnografico, dal momento che mai ha chiesto di incontrarmi né mi ha manifestato interesse sull’argomento, o ha partecipato ai miei incontri con l’Associazione di cui suo padre era presidente.

Mi auguro che l’entusiasmo con cui i componenti dell’Associazione, in quell’incontro, hanno sostenuto il progetto e le intenzioni di quest’assessorato – che ha dichiarato come l’apertura del Palazzo dei Mercedari e del Museo etnografico fosse uno degli obiettivi principali – non venga meno perché fagocitato da polemiche recondite e la cui vera natura, che confessiamo di non conoscere, è decisamente poco chiara. Mi auguro soprattutto che il percorso virtuoso di tutti coloro che hanno contribuito a costruire il museo etnografico e soprattutto di quelli che oggi non ci sono più (Duccio Belgiorno, Raffaele Galazzo e Giorgio Buscema), con cui ho condiviso affetto e stima reciproca, non venga interrotto o infangato da queste sterili polemiche e peggio ancora da secondi interessi e strumentalizzazioni che non giovano alla crescita culturale della città e tantomeno alla promozione di un museo che immaginiamo grande, esteticamente godibile ed estremamente suggestivo: un museo che si ripropone oggi, nel linguaggio, con la stessa straordinarietà di quando fu allestito la prima volta.

Messi al bando sospetti e antagonismi che nulla davvero possono entrarci con la cultura e con l’amore per questa Città, ritengo piuttosto che  proprio in questa fase il ruolo dell’Associazione sia determinante e fondamentale, soprattutto nell’individuazione di un modello di gestione sostenibile. Come abbiamo più volte condiviso con la prof.ssa Grazia Dormiente, credo sia importante anche aprire l’associazione a nuove forze ed energie,  capaci di rivitalizzare gli spazi della memoria e di proiettarli in un futuro al passo con le più innovative esperienze europee nella gestione museale. Così, ne sono sicura, avrebbe desiderato chi ha profuso passione, intelligenza e forze in un progetto donato alla città con grande liberalità.

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