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Modica, centro vitale ma troppe case abbandonate
29 Apr 2022 12:07
In una città come Modica, dove convivono storia e modernità, dove è possibile ancora scorgere fra i suoi vicoli le antiche vestigia di un glorioso passato barocco che si snoda fra i cunicoli della città, è possibile parlare di rigenerazione urbana? Ed è possibile anche prendere atto del fatto che un immobile su tre è abbondonato?
Un interessante report su com’è la situazione degli immobili a Modica esiste e scatta la fotografia di una città che non tiene conto di ciò che ha, ma che continua a consumare suolo senza rendersi conto di quanto, invece, potrebbe recuperare utilizzando ciò che già esiste. Come ad esempio, gli immobili abbandonati.
Quando si parla di immobili abbandonati o chiusi, non s’intende solo la possibilità di utilizzarli come private abitazioni, ma anche come spazi che possono essere usufruiti per iniziative culturali e sociali.
Ma quanti sono, nello specifico, gli edifici abbandonati, quanti ridotti a ruderi e quanti sono incompleti?
Il calcolo è stato eseguito utilizzando semplicemente l’applicazione Google Maps e i risultati sono stati interessanti. Sono stati mappati solo lo 0.35% degli edifici del Comune di Modica, ovvero solo quelli ricadenti a Modica Alta e Bassa. In poco più di un km quadrato sono presenti 5661 edifici, 7779 gli abitanti.
Su 5661 edifici, sono 2174 (praticamente quasi il 40%) a risultare vuoti. E già questo dato ci dice due cose: gli edifici del centro storico sono troppi, quasi la metà sono vuoti e in un’area di appena un km vi è un’alta densità di consumo di suolo.
Oltre a questo, più della metà degli immobili di proprietà privata risulta in stato di abbandono (ben il 54,27% degli immobili. Poi, vi sono gli edifici semplicemente inutilizzati (40,6%), che risultano disabitati o in vendita ma che tuttavia sono in discreto stato di conservazione. Ma è allarmante è la quantità di ruderi (ben 119), livello più estremo e quasi assoluto di abbandono, mentre quasi impercettibile risulta il fenomeno degli edifci incompleti (solo 3) concentrati soprattutto nel versante della Vignazza-Catena.
L’87,13% sono abitazione vuote del centro storico e fra questi risultano 35 palazzi completamente disabitati. Infine, uno sguardo ai dammusi (129), usati come depositi o spazi per lavori artigianali, anche loro rientranti a pieno titolo negli spazi da valorizzare, dato che sono elementi architettonici tipici della nostra edilizia. Talvolta, ai dammusi, risultano sovrapposte numerose grotte (37 in tutto).
Tra i 2174 vuoti, oltre ai 2154 immobili privati, sono stati censiti 14 vuoti pubblici (prevalentemente concentrati nell’area di Modica Alta) e 6 di provenienza ecclesiastica.
Considerando le due macroaree del centro storico, il 55,47% (1206) degli edifci mappati ricadono a Modica Alta, mentre il 44,53% (968) insiste nella zona di Modica Bassa.
Per quanto riguarda l’edilizia popolare, gli alloggi a Modica disponibili per l’assegnazione sono al momento tre, per cui risultano 68 richiedenti di cui 56 non idonei.
La questione degli edifici vuoti o abbandonati, si innesta con un problema attuale che è stato anche recentemente introdotto da una legge regionale (la n. 19 del 2020) sul consumo di suolo. In parole povere, il sistema di pianificazione ha l’obiettivo di raggiungere un consumo a saldo zero entro il 2050 (obiettivo condiviso con l’Unione Europea). Secondo questa legge, “il consumo di suolo è consentito, entro il limite massimo del 10% della superfcie del territorio urbanizzato, esclusivamente per opere pubbliche e opere qualifcate di interesse pubblico dalla normativa vigente, nei soli casi in cui non esistano ragionevoli alternative consistenti nel riuso di aree già urbanizzate e nella rigenerazione delle stesse”.
In Sicilia, la provincia di Ragusa detiene il primato per la percentuale di suolo consumato nel 2020 (10,5% equivalente a 3147 ettari). In questo contesto, Modica risulta essere il 3° comune in Sicilia (dopo Catania e Comiso) e il 51° in Italia (su quasi 8000) con maggiore incremento di consumo di suolo registrato tra il 2019 e il 2020.
In conclusione, si può davvero fare molto per mettere in atto delle strategie che possano aiutare le nostre città a riprendersi ciò che già gli appartiene e a parlare seriamente di rigenerazione urbana in un contesto che faccia della modernità un valore aggiunto. Il report è stato redatto da Modicaltra-spazio comunità. La politica, sarà in grado di intercettare questi dati e dare risposte concrete?
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