Mobilitazione permanente degli agricoltori anche a Ragusa. Supporto da Comune e parlamentari

Il mondo agricolo siciliano è attualmente scosso da una vasta ondata di proteste, e Ragusa si unisce oggi a questa mobilitazione che ha già coinvolto diversi centri della regione e altre parti dell’Italia e dell’Europa. Gli agricoltori iblei, in un atto di unità senza precedenti, stanno manifestando il loro profondo dissenso rispetto a una serie di scelte che ritengono stiano mettendo in ginocchio il settore. Il via alla protesta è stato dato con l’avvio di un sit-in permanente, programmato per durare finché non si otterranno risposte concrete alle loro preoccupazioni.

La mobilitazione, che ha preso il via questa mattina, coinvolge gli operatori del mondo agricolo che hanno deciso di far sentire la propria voce in maniera continua, optando per un sit-in permanente. Questo atto simbolico e deciso è un segnale della frustrazione e della determinazione degli agricoltori di Ragusa nel perseguire il cambiamento e la tutela del proprio comparto.

Il luogo scelto per tenere la manifestazione è il foro boario, situato sulla strada che conduce a Chiaramonte, un punto strategico con l’obiettivo di attirare l’attenzione e consentire agli agricoltori di esprimere le loro richieste in modo visibile.

Gli organizzatori della mobilitazione sottolineano la volontà di continuare la protesta in modo perpetuo finché non verranno fornite risposte adeguate e soluzioni alle sfide che il settore agricolo sta affrontando. La mobilitazione non è solo un grido di dissenso, ma anche un appello affinché le istituzioni e le autorità competenti ascoltino le esigenze degli agricoltori e si impegnino attivamente nella ricerca di soluzioni sostenibili.

Le ragioni dietro la mobilitazione includono questioni cruciali come i costi di produzione, la gestione delle risorse idriche, e le politiche agricole che gli operatori ritengono inadeguate.

L’Amministrazione comunale a fianco degli agricoltori

Presenti il sindaco Peppe Cassì e l’assessore allo Sviluppo economico Giorgio Massari si è tenuto un incontro, presso il Foro boario di Ragusa, tra l’Amministrazione comunale e i lavoratori del comparto agricolo. “Anche se il tema appare e scompare dai giornali, – ha sottolineato il primo cittadino – l’emergenza dei comparti agricolo e, forse soprattutto, zootecnico non conosce tregua. Per un territorio come il nostro, che su questi settori poggia la sua storia, la sua cultura e la sua economia, la crisi rischia di tramutarsi in una crisi collettiva. Questo pomeriggio al Foro boario abbiamo incontrato una nutrita rappresentanza di allevatori e agricoltori, emblema dei diversi presidi che si stanno moltiplicando in tutta la Sicilia. Il tema non può rimanere locale, non può, come ho detto, apparire e sparire dai media solo perché questi lavoratori sono così schiacciati dalle spese da non potersi permettere talvolta nemmeno di protestare. Senza contrapposizioni di colore politico, serve il sostegno di tutti i sindaci, di tutte le associazioni di categoria e di tutti i deputati affinché si sollevi una voce sola, forte, che arrivi innanzitutto a Palermo, poi a Roma e a Bruxelles. La legge del mercato, col “grande” che impone ai “piccoli” prezzi squilibrati rispetto ai costi di produzione, è una legge che a sua volta necessita di norme e di contrappesi. C’erano tantissimi giovani al presidio di oggi: meritano un futuro. Ho preso l’impegno di farmene subito portavoce insieme ai sindaci e ai rappresentanti del territorio”.

Supporto anche dai parlamentari regionali

Nello Dipasquale (Pd), politica ascolti protesta agricoltori siciliani

“L’agricoltura e la zootecnia siciliane sono al collasso. Dal Trapanese alla provincia di Ragusa, il grido d’allarme degli imprenditori siciliani sta montando in ogni parte della Sicilia ed è un dovere per la politica regionale farsene carico. In fase di approvazione della Finanziaria avevo avvertito il governo Schifani sulla necessità di prevedere interventi congrui al dramma che questi comparti stanno vivendo, ma il mio suggerimento è caduto nel vuoto. Non possiamo pensare di fare fronte a queste emergenze con soluzioni tampone: servono fondi stabili per le crisi in agricoltura”. Lo dice il deputato del Partito democratico all’Assemblea regionale siciliana, Nello Dipasquale, in merito alle proteste che in questi giorni si stanno sollevando da parte del comparto agricolo e zootecnico della Sicilia. “Il governo regionale – continua Dipasquale – ha la responsabilità di avere dimenticato un settore strategico per la nostra Isola. L’agricoltura è al contempo, come sperimentato negli ultimi anni, è il settore più colpito dai sempre più evidenti cambiamenti climatici che investono la Sicilia. Per questo bisogna guardare alla capacità di intervenire tempestivamente nei casi di crisi. La politica deve battere un colpo e fare sentire la sua vicinanza a chi è in difficoltà dando risposte vere al settore”.

Agricoltura, Stefania Campo: “Supporto politico a sostegno produttori”

“Assicureremo tutto il nostro supporto politico, da forza di opposizione, sia a Palermo che a Roma, a sostegno degli agricoltori che mai come in questo momento sono esasperati da una crisi senza precedenti, mentre dall’altra parte gli interlocutori istituzionali sono blindati nelle loro stanze dorate, e assolutamente sordi rispetto a quelle che sono le richieste di un mondo produttivo quanto mai allo stremo”. Lo dice la deputata regionale del M5S, Stefania Campo, dopo la riunione che si è tenuta venerdì sera al Comune di Vittoria alla presenza di tanti partecipanti e di tante associazioni di rappresentanza. “È arrivato il momento che in agricoltura si capisca finalmente cosa significhi “sovranità alimentare” – rileva Campo – visto che tale dicitura è stata sventolata dalla Meloni, senza alcun pudore, come una medicina miracolosa. Dimostri, oggi, di essere coerente alle cose che diceva in campagna elettorale: lei, così come i suoi parlamentari della nostra Isola. Gli operatori della produzione primaria si trovano a subire il succedersi di eventi meteorologici e calamitosi sempre più estremi che pregiudicano la stabilità e la resa dei raccolti, senza che lo Stato (o alcun altro ente pubblico) si dimostri poi in grado di far fronte alle necessità del caso, quanto a messa in sicurezza del territorio e a ristori economici. Le politiche UE, inoltre, da sempre restie a proteggere le produzioni locali dalla concorrenza estera, volgono negli ultimi anni verso una “svolta green” a tappe forzate e a totale carico degli agricoltori. Tra queste, ad esempio, spiccano la paventata ipotesi di rimozione delle agevolazioni sul carburante agricolo e l’introduzione sul mercato alimentare dei cibi sintetici e della farina di insetti. Ancora, nella nuova PAC varata nel 2023 aumentano e si fanno più stringenti le condizioni che si devono ottemperare per ottenere il pagamento dei premi base agli agricoltori. Per quanto ci riguarda siamo a fianco dei produttori e siamo pronti a scendere in piazza insieme a loro, appoggiando le loro richieste”.

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