MISTER GENTILONI

L’attuale Presidente del Consiglio del Ministri Gentiloni si sta comportando con stile ed eleganza da vero mister dedicandosi dalla mattina alla sera solo ed esclusivamente al nostro Paese che di problemi ne ha veramente tanti. E’ del tutto estraneo alla rissa politica all’interno del Pd, pur facendone parte, e visto quello che sta succedendo all’interno di quel partito è del tutto probabile che alle  elezioni si andrà a fine legislatura.

Del tutto meno comprensibile è la diatriba interna che h scosso e scuote il Pd e disarmonie interne si ripercuotono sen’altro nell’elettorato di riferimento.

Il tutto è nato con il risultato sul referendum dello scorso 4 dicembre. Renzi a nostro avviso che vale per quello che evidentemente può valere ha commesso l’errore di inserire nel referendum una quantità enorme di problemi di natura costituzionale che la maggior parte degli elettori o non riusciva a capirne l’attualità e l’importanza e seppure  si riteneva convinto per alcuni e dissenziente per altri era costretto a votare o si oppure no.

L’elezione di una sola Camera e quindi abolizione dell’attuale struttura del Senato da sostituire con un’altra avente finalità operative limitate ma comunque diverse non era facilmente comprensibile e del tutto accettabile e convincente. Altro aspetto poco convincente ma comunque indice di un atteggiamento principesco è stato quello di legare a quello che sarebbe stato il risultato della votazione la sua posizione di premier e di politico pur dovendo riconoscere a questo giovane politico delle indubbie capacità non del tutto rintracciabili in altri personaggi pubblici con un’esperienza operativa di notevole entità. Il primo segnale in tal senso in molti l’abbiamo rilevato allorquando in occasione delle prime primarie con Bersani rimase sconfitto e non accettò un premio di consolazione politica che altri, forse meno lungimiranti, avrebbero volentieri accettato.

Quella diatriba ancora in corso all’interno dl Pd con tutta probabilità inciderà molto se non moltissimo nei votanti di quel partito. In altri tempi e in altri partiti la democrazia interna consentiva i confronti e le discussioni, ma alla fine vigeva la regola della maggioranza che la minoranza doveva accettare o uscire, disegnandosi una  figura propria del tutto diversa.

La lotta politica che gioca con se stessa senza interferire o poter incidere anche nel minimo con  i poteri economici piccoli o grandi che siano ma che comunque  non di rado trasformano l’individuo in un oggetto di consumo che non riesce, specie in rapporto con le sue possibilità economiche, a distinguere i beni essenziali da quelli voluttuari.

Nel Pd le sue diatribe interne potranno incidere nella globale considerazione dei suoi elettori e non di certo in senso positivo a tutto vantaggio di una sottoculturizzazione di massa che di certo non giova alla comunità nel suo complesso. Quando, per ottenere un voto, si regalava la scarpa destra e dopo il voto, se positivo, quella sinistra ciò accadeva perché tanta gente comminava scalza e con pantofole con le quali si usciva solo se non pioveva.

In Costituzione è previsto che bisogna aver raggiunto l’età di 40 anni per esser eletto senatore e di 50 per Presidente della Repubblica ad evidente dimostrazione che per svolgere determinati ruoli di notevole incidenza nella vita pubblica bisogna aver maturato un certa esperienza per bene amministrare la cosa pubblica. Ma ora di cosa si discute? I partiti nelle trasmissioni televisive che trattano argomenti politici ad  un di presso ti fanno veder solo gli stessi personaggi, tranne qualche rara eccezione e lo spettatore che segue tali talk show già conosce le risposte e questo per non parlare di altri politici che  on accettano il confronto e sono solamente intervistati dal conduttore del programma.

Ecco perché, quanto meno a nostro avviso e per quello che può valere, la scissione piedillina fa male oltre che autori anche a milioni di tanti italiani che ogni giorno vivono problemi molto, ma proprio molto, più seri e meritevoli di essere affrontati pur sapendo che talora non si possono risolvere del tutto ma quanto meno in parte, anche se minima.

Politicus

 

 

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