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MISSION POSSIBLE
28 Mag 2013 15:53
Domenica, per centrare l’obiettivo B, il Padua è chiamato a compiere l’impresa: segnare quattro mete, evitare che gli avversari facciano altrettanto, e vincere con almeno 15 punti di scarto. La mission è difficile ma non impossible. I biancazzurri ce la possono fare.
Domenica il Padua Rugby Ragusa è uscito sconfitto dal “Latini” di Jesi, rimediando così la terza sconfitta consecutiva dopo le due con il Campi Salentina, la quarta in sei partite play off, considerando anche quella di Trepuzzi.
È stata una sconfitta piuttosto netta, “addolcita” solo dalla meta di Stefano Iacono arrivata proprio allo scadere, rendendo così meno ardua l’impresa di ribaltare il 27 a 13 rimediato in trasferta.
Ma come si è arrivati a questa ennesima sconfitta? Tanti sono stati i fattori concomitanti, proviamo qui ad analizzare i principali.
Assenze. Ai paduini mancavano alcuni giocatori importanti, mentre altri erano in campo nonostante fossero in non perfette condizioni fisiche. Si è sentita tantissimo, per esempio, l’assenza di Giuseppe Di Mauro e Giovanni Tumino, rimasti a Ragusa perché febbricitanti. I due sono la spina dorsale della touche biancazzurra e le sole quattro le touche vinte su proprio lancio sono la diretta conseguenza della loro assenza. E per una squadra che ha fatto delle conquiste in touche uno dei propri punti di forza, questo è stato un grosso handicap.
Trasferta. A differenza di quanto fatto nelle precedenti tre trasferte, quando la comitiva paduina era partita la sera del venerdì, in modo di arrivare là dove si sarebbe giocato l’incontro con quasi ventiquattrore di anticipo, pernottando in albergo e dando quindi ai giocatori la possibilità di scendere in campo il più riposati possibile, questa volta, per una questione prettamente lavorativa, non tutti i ragazzi potevano prendere l’ennesimo sabato di ferie, la società del presidente Tumino ha scelto di partire sabato pomeriggio, per arrivare a Jesi solo un paio d’ore prima dell’incontro. Si era anche pensato alla soluzione “aereo”, ma in quel caso il costo avrebbe superato i 7.000 euro. In considerazione del fatto che il Padua, a causa della sua dislocazione nel territorio, è la società che per le trasferte ha speso più di tutte tra quelle che hanno disputato i play off, alla fine si è optato per il pullman. È evidente che, dopo oltre 16 ore di viaggio, dormendo in pullman, non si è nelle migliori condizioni per affrontare una partita difficile e decisiva. Non è infatti un caso che, dopo un primo tempo giocato alla pari, nel secondo tempo i giocatori iblei siano crollati, consentendo ai padroni di casa di dilagare. Fortuna i biancazzurri che gli jesini hanno giocato con un uomo in meno negli ultimi quaranta minuti, altrimenti saremmo qui a raccontare di una debacle ancora più grande.
Campo. Nei giorni precedenti l’incontro, su Jesi è caduta molta pioggia pertanto domenica il campo di gioco era molto pesante. La formazione del duo Vinti/Iacono, lo sappiamo, per una questione prettamente fisica, punta molto sulla tecnica e sulla la velocità di gioco. Con un campo ridotto in quelle condizioni e con di fronte un avversario fisicamente molto più grande, i ragusani hanno potuto ben poco per contrastare e ripartire come invece ci hanno dimostrato di saper fare.
Stanchezza. Dal 21 aprile a domenica scorsa, i giocatori ragusani hanno dovuto affrontare ben quattro trasferte, e tutte distanti, pullman, almeno 12 ore. È normale che, arrivati a questo punto della stagione, e con alle spalle un’attività che ha preso il via subito dopo ferragosto, nelle gambe, e probabilmente anche nelle teste, dei giocatori ci sia una certa stanchezza che inizia adesso a farsi sentire. Forse bisognerebbe ripensare alla formula dei play off, evitando che diventino un’appendice interminabile a una stagione di per sé già lunga. Oltretutto, una nuova formula, più breve, sarebbe anche un toccasana dal punto di vista economico per le società impegnate in questa fase.
Comunque sia, il Padua ha perso e adesso, quando mancano solo 80 minuti alla fine della stagione, i ragusani, per essere promossi in serie B, sono chiamati a compiere l’impresa. Il regolamento sportivo della Fir, per le finali con partite di andata e ritorno, prevede che a vincere sia la squadra che abbia totalizzato più “punti partita” nei due incontri. Domenica scorsa lo Jesi ha conquistato 5 punti (quattro per la vittoria più un punto di bonus per aver marcato almeno quattro mete) mentre i ragusani sono rimasti a bocca asciutta.
Quindi, domenica prossima, i paduini dovranno vincere segnando almeno quattro mete, non permettendo al contempo agli avversari di fare altrettanto. In questo modo entrambe le squadre avrebbero 5 punti partita e a quel punto a fare la differenza sarebbe la differenza punti. I marchigiani hanno un attivo di +14, dunque, per essere promossi nella serie cadetta, i biancazzurri saranno costretti a vincere con uno scarto di almeno 15 punti.
La mission, come si può facilmente intuire, non è delle più facili, ma non è nemmeno impossible.
Diciamo che, per compierla, occorrerà il miglior Padua della stagione. Conoscendo i ragazzi, la loro forza e la loro caparbietà, siamo ottimisti.
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