Mi chiamo Agata. Oggi lo spettacolo contro la violenza di genere

È un atto unico che racconta la violenza di genere attraverso tre fenomeni diversi: la violenza domestica, il dramma delle spose bambine e delle vittime dell’acido e i casi in cui la vittima si trasforma in carnefice.
Tre storie di donne accomunate dal nome “Agata” che vivono ciascuna il proprio dramma e le personali reazioni e lo fanno raccontandosi direttamente al pubblico. La terza delle storie è ispirata ad una vicenda realmente accaduta nel 2014, in un paesino della provincia di Catania.
Durante i tre racconti “interferisce” la storia di Agata, Santa Patrona della città di Catania che con un gioco di incastri si fonde con le tre storie. La storia di Sant’Agata, infatti, non è altro che una vicenda di femminicidio in pina regola, la storia di un potente che desidera una donna che non potrà mai avere e decide di ucciderla. *“Se non sarai mia non sarai di nessun altro…”. *Agata, così come le altre tre donne, pagano con la vita il prezzo della propria libertà, la libertà di essere se stesse di vivere la vita che desiderano.
Lo spettacolo è raccontato in maniera brillante, a tratti drammatico ma anche ironico. Non si perderà l’occasione per prendere in giro il maschio “che non deve chiedere mai “.
Lo spettacolo è scritto e diretto da Lina Giuffrida che sarà in scena con la giovane Elisea Bontempo. Due attrici che giocano col testo, interpretando tutti i personaggi delle storie, compresi i ruoli maschili ed esibendosi anche in momenti di teatro/danza.
La produzione è del “Laboratorio d’Arte Etoile” di Santa Maria di Licodia (CT).
Segreteria: Antonella Coco

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