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MARIANO FERRO, LEADER DEI FORCONI E CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE SICILIA, PROTESTA PER L’ESCLUSIONE DI ERMELINDA COTTONE
03 Ott 2012 17:54
Proprio in queste ore il leader del Movimento dei Forconi Mariano Ferro sta manifestando di fronte al Palazzo di Giustizia di Palermo per esprimere la sua vicinanza alla candidata come lui alla Presidenza per la Regione Siciliana che in realtà candidata più non è: la protesta prende il via da un provvedimento che oltre a escludere Ermelinda Cottone, ha causato l’estromissione dell’intera lista per il conseguenziale mancato rispetto del principio di rappresentatività delle donne. L’eliminazione di quest’ultima fa venir meno la «quota rosa», cioè le disposizioni che consente l’equilibrio di rappresentanza di genere.
“La Sicilia – dice Ferro – è la terra dei paradossi: un movimento pulito, come il nostro dei Forconi, lontano anni luce da certi risvolti legati alla malavita e alla mafia, viene messo in discussione da alcune leggi assurde che penalizzano il nostro messaggio elettorale per i siciliani.”
Il leader dei Forconi dice di non voler certamente mettere in discussione la fondatezza giuridica del provvedimento adottato ma non vi è dubbio, secondo lui, che la decisione assunta dai giudici, legittima in sè, provenga da una legge che appare profondamente sbagliata. Basta dare un’occhiata alle diverse liste per scoprire un vero e proprio festival di condannati, rinviati a giudizio ed indagati. Tutti candidabili, nessuno lo mette in dubbio, perché così prevede questa norma, ma non si capisce l’esclusione solo di alcuni candidati. La colpe di molti ricadono, al solito, sui pochi.
“Sembra essere più un attacco a chi ha governato negli anni passati. Io non contesto l’esclusione della candidata Cottone che, legge alla mano, ci sta e – conclude Mariano Ferro – accettiamo in modo tranquillo l’estromissione della lista di Agrigento ma, di contro, mi viene un dubbio: perché non escludere anche le altre liste dove ci sono altri indagati per i reati più’ svariati? Vogliamo parlare, ad esempio, dell’ex presidente Giuseppe Drago, tanto per fare un nome, condannato in via definitiva per peculato? E’ onesto dire ai siciliani che questa gente deve rappresentarci nel salotto buono della politica locale? Le elezioni dovrebbero essere rinviate almeno di un mese per rivedere le liste e rispettare il codice etico”.
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