MANUELA NICITA AL CONGRESSO ANCI

Come consigliere comunale ho preso parte a Milano, in rappresentanza del massimo consesso di Ragusa, al Congresso annuale dell ANCI.
La situazione che è stata esposta raffigura una stato di insicurezza e precarietà che procura in tanti inquietudini e paure. Infatti, per un verso il Paese continua ad essere prigioniero di una crisi economica e sociale che morde nella vita, nel lavoro, nel reddito le persone, le famiglie, le imprese in cui i segni più evidenti sono la stagnazione dei consumi e la conseguente deflazione.
Le altalenanti decisioni prese dal governo ricadono direttamente sui Comuni, impegnandoli a barcamenarsi per far quadrare i conti e nello stesso tempo cercando di mantenere i servizi ai cittadini, che finora hanno contribuito a risanare l’assetto finanziario del Paese in maniera sostanziale.
Concordo pienamente con ciò che è stato esposto in conferenza e ieri in aula  ho dichiarato che i Comuni debbano avere una maggiore autonomia finanziaria e fiscale e da tutte le assemblee comunali dovrà partire una richiesta di un superamento di un sistema fiscale a compartecipazione tra Stato Regioni, Comuni, in cui questi ultimi, sono costretti a imporre onerosi tributi ai cittadini.
Solo con l’autonomia finanziaria e fiscale i Comuni potranno gestire gli introiti nella trasparenza e nella responsabilità verso i cittadini ormai sfiduciati dall’aggravio fiscale conseguito alle politiche scellerate degli ultimi anni, provocando ostilità ed irritazione verso le amministrazioni comunali di qualsivoglia colore politico.
Il Patto di stabilità a cui l’Italia deve ottemperare, risulta difficilmente sostenibile poiché per rientrarvi ci saranno drammatici tagli che verranno scaricati direttamente sulle amministrazioni comunali. Infatti non bisogna dimenticare i nuovi scenari che si apriranno a seguito delle soppressioni delle province che finora hanno svolto servizi essenziali come manutenzione strade, scuole, assistenza disabili,ecc…
E sarebbe davvero paradossale se i nuovi consorzi dovessero avviare la loro attività gravati da sanzioni per sforamento di Patto di stabilità: questo rischio è molto forte perché ad oggi non è stato definito il riassetto delle deleghe, cioè chi si dovrà far carico di tutti i servizi che le Province hanno svolto.
Ribadisco dunque il concetto  che i comuni sono il motore propulsivo del Paese, volano dell’ economia , della cultura, dell’ imprenditoria nazionale e pur auspicando una ripresa generale è ragionevole pensare che i tempi saranno lunghi.
Solo con un’ autonomia fiscale e finanziaria maggiore i comuni potranno continuare ad essere espressione del cittadino.
Come consigliera, nonché membro della commissione pari opportunità ANCI nazionale, ho partecipato alla commissione. Tema centrale la presenza femminile nelle amministrazioni comunali, che risulta incrementato ma non ancora con l’ incidenza dovuta. Le donne infatti assumono sempre cariche inferiori, mentre le cariche più importanti sono ancora riservate in misura preponderante agli uomini. Si è parlato anche su come i comuni possano incidere per attenuare il fenomeno della violenza alle donne.
Un possibile beneficio si avrebbe portando nelle scuole tali argomenti che provocano gravi disagi nelle famiglie per far sì che il sommerso venga fuori e iniziare a comprendere ciò di cui ormai molti dicono a gran voce, ma purtroppo non giustamente attenzionato. Su tale questione a breve sarà convocata una commissione a Roma.

                                                                                

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