Maledetto fuoco! Danni enormi a Modica al vivaio Careno e ancora alla Cantina Frasca e La Chimera: “La terra ha memoria”

Maledetto fuoco. Non ci sono altre parole, quando bastano pochi minuti per trasformare anni di lavoro in cenere. Quando il vento soffia dalla parte sbagliata e la temperatura si alza oltre il sopportabile. Quando le fiamme avanzano rapide e ingorde, cancellando in un attimo ciò che mani pazienti hanno costruito con amore.
A Modica, l’incendio divampato due giorni fa ha colpito duro. Non solo il verde, le strutture, gli impianti. Ma soprattutto le persone, la loro fatica, il loro coraggio, la loro visione.

Il vivaio Careno, tra i più grandi e conosciuti del territorio, è stato il cuore del disastro. Ancora impossibile quantificare i danni, ma ciò che si vede parla da solo: ettari di piante annerite, serre sventrate, decenni di esperienza messi in ginocchio.
Le fiamme si sono spinte oltre, raggiungendo Cantina Frasca, un luogo dove il vino nasce dalla passione profonda per la terra e per l’identità siciliana. Ed è proprio da lì che arriva la testimonianza più intensa e toccante, affidata a un post diventato subito virale:
“Il fuoco si è fatto presenza. Senza bussare, ha trasformato in fumo otto anni di cura, innesti, alberelli, visioni. La passione, diventata cenere, ha incontrato la sua prova più feroce. Ma oggi non vogliamo parlare del dolore. Vogliamo parlare di gratitudine. Grazie a Enzo Barone, che con coraggio e lucidità ha contenuto le fiamme nella prima fase insieme a noi. Grazie ai Vigili del Fuoco, custodi silenziosi di sogni altrui. E grazie a un supereroe senza nome, (non abbiamo capito chi fosse) che a bordo di un Fiat Agri ha tracciato tagliafuoco come fossero carezze ed invece furono corazze, salvando la struttura della cantina.”
“Chiunque tu sia, fatti vedere”
“Per il resto… Le piante si sono fatte cenere. Ma la terra, no. La terra ha memoria. E la passione vera, quella che affonda nel cuore, non brucia mai davvero. Una frase dice che la Fenice risorge dalle ceneri. Ma c’è di più: la Fenice torna volontariamente nel fuoco, ogni volta che è il momento di rinascere. Oggi siamo quel momento. Ricominciamo. Con mani nere di fumo e occhi pieni di luce.”


E mentre la cenere si posa, anche La Chimera, sala ricevimenti e ristorante immerso nel verde, fa la conta dei danni. Le siepi perimetrali, alcuni arredi da giardino e spazi esterni sono stati compromessi. I titolari parlano con amarezza:
«In pochi minuti sono stati distrutti anni di lavoro. Il nostro giardino era il nostro orgoglio. Ora è solo silenzio bruciato. Ma faremo il possibile per tornare a farlo splendere.»
Oggi resta la conta dei danni, ancora incerti, ma sicuramente ingenti. Eppure, accanto alla devastazione, qualcosa resiste: la volontà di ricominciare. Di restituire vita ai luoghi feriti. Di rialzarsi. E tutti noi siamo con voi.

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