L’uva e l’acciaio: biografia romanzata del tenore che fece tremare il Metropolitan di New York

Cos’è il talento? Ne siamo tutti dotati? Quando diventa illusione e inganno? Attorno a queste domande ruota L’uva e l’acciaio. Un dialogo immaginario tra il grande tenore di fama mondiale, Daniele Barioni, e un giovane artista. A confronto sono due mondi, due generazioni, due temperamenti. Tutto si snoda attraverso il concetto di sogno, nostro e altrui, che spesso vogliamo raggiungere a costo di smarrirci, intimoriti dall’idea di deludere chi ha proiettato in noi speranze proprie. C’è la famiglia, che può farci volare o castrarci. La casualità. Il coraggio. L’ambizione. La biografia di Barioni diventa strumento per riflettere sul concetto di successo e di carriera, che è tale solo se non ci snatura. Un inno alla costanza e alla determinazione che diventano merito e orgoglio. Valori che oggi vacillano, quasi fossero accessori e non indispensabili. E così Barioni diventa Maestro di canto e di vita sottraendosi al ruolo. Perché i grandi della storia, da sempre, la differenza la fanno con la loro umanità.
Ghedini, col tratto che la contraddistingue, lascia il lettore con i suoi protagonisti senza concessione di particolari, luoghi, spazi. Una scrittura concisa ed essenziale, figlia dell’essere giornalista, che sviscera i sentimenti in tutte le loro declinazioni.

Camilla Ghedini, giornalista professionista, esercita in libera professione nel campo dell’informazione convenzionale e integrata, occupandosi in particolar modo di economia e politica. Collabora con quotidiani e periodici, tiene docenze (Master Giornalismo Unibo) sul lavoro autonomo, conduce un’intensa attività di relatrice. Come scrittrice, le sono cari i temi inesplorati di carattere sociale. Tra i libri pubblicati con Giraldi, INTERRUZIONI (2016), da cui è stato tratto l’omonimo spettacolo teatrale con focus sul testamento biologico portato in scena dall’attrice milanese Gianna Coletti, attualmente in tournèe. Il libro è stato nuovamente edito nel 2018 con introduzione di Mina Welby. Info dettagliate, www.ufficiostampacomunicazione.com.
Daniele Barioni, nato a Copparo (Ferrara) nel 1930, vive a Ferrara. Figlio di agricoltori, appena diciottenne fu mandato dalla madre Wanda, detta Fedora, a studiare canto a Milano. Esordi nel 1954 al Teatro Nuovo, come Turiddu, nella Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Tra il pubblico c’era Rudolf Bing, l’allora direttore del Metropolitan di New York. Inizia così la sua trionfale carriera, cementata dal matrimonio con la pianista italo americana Vera Franceschi, morta di leucemia nel 1966.

 

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