Lucca: torna a casa dopo 208 giorni di ospedale per il covid. “I No vax? Li farei venire in reparto”

Paolo Giorgi ha 63 anni, è di Altopascio, provincia di Lucca, ed è uno dei tanti cittadini che hanno contratto il covid. E’ dovuto rimanere in ospedale per 208 giorni. Un’odissea che per fortuna si è conclusa nel migliore dei modi.

Mercoledì 14 ottobre l’uomo, ex presidente del corpo musicale locale, è finalmente stato dimesso e ha così potuto rivedere parenti e amici.

Come raccontato da Giorgi a La Nazione di Lucca, tutto è iniziato a marzo 2021, quando il virus ha infettato la sua famiglia. Nel giro di pochi giorni i sanitari hanno rilevato un peggioramento delle sue condizioni, così il 63enne è stato ricoverato insieme alla moglie Anna Maria: lui in terapia intensiva e lei in sub intensiva.

“Mentre lei ha avuto un decorso regolare, io ho avuto un tracollo”, spiega al quotidiano toscano. Che precisa: “La polmonite bilaterale mi stava devastando, ho subito una tracheotomia e poi sono stato intubato. Non miglioravo e pensavo che non ce l’avrei fatta”.

Sei mesi “tremendi” durante i quali è però arrivata la svolta. Al vicino ospedale Cisanello era infatti presente una macchina chiamata Ecmo che permette l’ossigenazione venosa. “Da quel momento” – prosegue il protagonista della vicenda – “le mie condizioni hanno avuto un lento, ma graduale miglioramento. Poi ho dovuto fare la riabilitazione, perché avevo muscoli completamente atrofizzati e nervi ormai deteriorati”. Due circostanze che hanno obbligato l’anziano alla permanenza in reparto prima al Versilia e poi nel policlinico di Barga. Fino, appunto, al 14 ottobre, quando sono arrivate le dimissioni.

L’uomo adesso è tornato a ricevere il calore della famiglia che fino a pochi giorni fa aveva potuto supportarlo solo da lontano, ma non dimentica la paura della malattia: “È stato terribile”. Da qui, anche il suo appello a chi ancora non è passato per quell’inferno: “La normalità piace a tutti ma serve prudenza. Si vedono ancora troppe persone che non mettono la mascherina da vicino”. E sui No Vax dice: “Suggerirei di condurli cinque minuti in un reparto Covid per verificare la sofferenza dei pazienti”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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