L’ITALIA E’ UNO STATO DI POLIZIA

Si, ha ragione Berlusconi quando dice che in Italia siamo in uno stato di Polizia per le intercettazioni che le toghe rosse fanno su ogni cittadino e soprattutto per l’uso che se ne fa di questo strumento che è contro la privacy e contro le regole fondamentali di un Paese civile! Infatti Gheddafi non era per ben 42 anni intercettato, Putin nemmeno, Chavez, manco a dirlo, Fidel ma nemmeno se ne parla. In Italia siamo tutti intercettati.

Io per esempio so di essere intercettato ma me ne frego se si sa a che ora a mezzogiorno a casa mia si cala la pasta o se i miei figli pranzano fuori o se in un giorno mi hanno telefonato tutti e 42 i collaboratori del giornale o se l’editore vorrebbe licenziarmi perchè il “potere” non ci dà pubblicità che in mancanza di altre entrate è fondamentale per la nostra sopravvivenza.

Eppure, ripeto, delle intercettazioni delle toghe rosse me ne frego perchè la totalità delle mie telefonate non riguardano appalti, accordi sottobanco con chicchessia, violazione di norme penali, trasferimenti di capitali all’estero, etc, etc, etc Nel mio piccolo insomma mai e poi mai metterei in atto un’azione contraria non solo alle regole del codice penale ma anche a quelle deontologiche o che possano danneggiare anche solo leggermente una sola persona.

Ed allora perchè Berlusconi insiste tanto sulla regolamentazione delle intercettazioni? Non lo capisco! Capisco invece una norma che  consiste nell’inserire, come è stato già tentato una prima volta, nella nuova legge che si accingono a varare un particolare che è veramente una limitazione quasi totale della libertà di stampa e cioè il “diritto” di qualsiasi persona a pretendere entro 48 ore la rettifica obbligatoria di una notizia pena una multa di 12 mila euro non al direttore responsabile ma all’editore, nel mio caso all’ HGO il cui direttore dopo la prima multa mi manda a farmi f…riggere altrove perchè egli 12 mila euro non li può pagare nemmeno per la libertà di stampa:

Ma come funziona la rettifica? Semplice: se io scrivo che “i ceci di Massaro Ignazio si sono allampati nel cannizzo”  Massaro Ignazio mi manda la rettifica che devo pubblicare entro 48 ore perchè la notizia è falsa, tendenziosa, lesiva di ogni diritto, censurabile dal punto di vista morale e legale e quindi devo smentirla; e sapete perchè?

Perchè ad esempio pur essendo vero che i ceci di Massaro Ignazio si sono allampati nel cannizzo, il cannizzo non era in contrada Cimillà, come è stato scritto, ma in contrada Petrulli e quindi il fulmine non poteva cadere simultaneamente in due contrade diverse colpendo due cannizzi e due partite di ceci.

Una pericolosa e gravissima limitazione della libertà di stampa da valere, occorrendo, contro la stampa comunista e le toghe rosse perchè l’altra stampa non comunista e qualche toga non rossa sono sotto il suo diretto o indiretto controllo. Il bavaglio alla stampa libera che vuole restare tale anche sotto il regime berlusconiano di cui le intercettazioni fanno sapere se egli nel bunga bunga si fa solo otto ragazze (o escort che siano) in una notte, delle dodici che aveva dietro la porta. Che tempi!!!

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