Libere Tenerezze: il sindaco visita l’orto umoristico promosso da Ci Ridiamo Sù in carcere

Questa mattina il Sindaco Peppe Cassì e il delegato alle politiche giovanili Simone Digrandi, si sono recati presso la Casa Circondariale di Contrada Pendente per visitare gli orti sociali gestiti da alcuni detenuti, su invito dell’Associazione “Ci Ridiamo Su” che nell’aprile 2020, in piena pandemia, ha dato vita, al progetto "Libere Tenerezze Orto Umoristico Rigenerativo" con l'utilizzo di probiotici e tecniche di agricoltura rigenerativa, con la piena intesa e sinergia della Direzione, della Polizia penitenziaria e dell’Area Trattamentale della Casa Circondariale.


Alcuni detenuti infatti , con tantissima cura e amore, si occupano  di tre aree adibite alla coltivazione di ortaggi a rotazione stagionale di vario tipo; di Legumi; di una Carciofaia; di un agrumeto e un frutteto con esemplari di Melograno, Fico, Pesco tabacchiera, Albicocco, Pero, Melo, Nespolo, Caki Mela Uva spina; di un’area sperimentale in struttura coperta dedicata alle piante tropicali (Papaya, Mango, Avocado e Banana mediterranea); di un pergolato di Kiwi e uva fragola; e di molte zone che presto saranno destinate a nuove coltivazioni ed attività: tra queste una struttura coperta per fragole e frutti di bosco che cresceranno grazie alla musica quantica e un’area per Apicoltura e Avicoltura. È in corso di realizzazione anche un impianto di filodiffusione per sottoporre le coltivazioni alle frequenze della musica.


I detenuti riescono, a raggiungere risultati importanti: sono sostenuti a livello formativo (sono stati presso diverse aziende del territorio per aggiornarsi tecnicamente) e numerose realtà locali hanno contribuito alla realizzazione del progetto fornendo ai detenuti elementi essenziali: dall’impianto idrico a motozappe, macchinari tecnici, fornitura costante di piantine.

Due ore davvero particolari e speciali durante le quali Bruno e Antonio, i detenuti responsabili dell’orto, hanno spiegato come lavorano, attraverso un sistema coordinato e sapiente che vede anche la gestione e l’utilizzo di fermentati naturali autoprodotti (ortica, aglio, cipolla, equiseto), di microorganismi effettivi da agricoltura rigenerativa e di un impianto interno di compostaggio. Infatti attraverso il composto organico che viene generato con il piccolo impianto – che raccoglie residui organici della mensa, residui di potatura, letame o scarti del giardinaggio – i terreni riacquistano l’equilibrio chimico e microbiologico necessario. 


Nel corso della mattinata sono stati illustrati diversi aspetti del progetto da parte del dott. Fabio Ferrito, del dott. Alessandro Vitrano dell’associazione di Comicoterapia “Ci Ridiamo Sù", del consulente agronomo Alessandro Scrofani e dalla dirigenza della casa circondariale rappresentata  dalla direttrice Dott.ssa Giovanna Maltese, dal comandante del corpo di Polizia Penitenziaria Dott.ssa Chiara Morales e dal capo area trattamentale Dott.ssa Rosetta Noto.


Il progetto “libere tenerezze” è nato quasi per caso o per gioco. Infatti la pandemia ha pressoché annullato le attività progettuali e i contatti esterni dei detenuti, soprattutto con i loro familiari, alzando ancora di più il senso di isolamento, frustrazioni, tensioni personali e collettive. A conclusione di un progetto di sartoria sociale – che ha coinvolto i detenuti della casa circondariale in una straordinaria “Chiamata alle Arti” nella produzione di mascherine da donare alla comunità nell’aprile 2020, durante un incontro di ringraziamento sono stati donati loro dei semi di “Tenerezze” per la cura avuta per la collettività. Un detenuto, Bruno, in ricordo del padre contadino, ha voluto piantare i semi in uno degli appezzamenti di terreno del carcere. Da lì lo spunto, lo stimolo, la suggestione, d’intesa con l’amministrazione giudiziaria, che ha portato alla creazione del progetto Orto crediamo fortemente nel valore del gesto agricolo che raggiunge il suo apice di valore quando sfocia nel sociale e con questo progetto si è voluto contribuire a dare la possibilità ai detenuti di ritrovare la fiducia in sé stessi e la spinta motivazionale.


Libere Tenerezze consente di lasciar crescere l'autostima, l’empatia e la consapevolezza che, non diversamente dalle piante, anche nelle persone possono crescere lentamente, qualche volta stentare, appassire, maturare rigogliosi, dar frutti, esser ammirati.

Il progetto ha avuto riconoscimenti e sostegni importanti. Il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria l’ha inserito nella propria programmazione triennale, finanziandolo a pieno, e la bellezza di quanto realizzato è arrivata fino al Vaticano. Papa Francesco ha da tempo voluto su Vatican News, “I Cellanti” una rivista attenta ai progetti virtuosi nelle carceri e venutone a conoscenza il progetto è stato accolto.

Al termine del giro i presenti hanno assistito alla piantumazione, di un cedro della tipologia “mani di Buddha” il cui frutto ricorda la forma di una mano, e simbolicamente quello di tendere una mano come gesto di gentilezza e presa in cura. Il Sindaco, su invito dei responsabili dell’Associazione, ha lasciato attorno alla pianta un pensiero che è anche ciò che abbiamo capito di questa giornata: “una visita che mi ha arricchito: umanità, rispetto, gentilezza. Il Comune di Ragusa vi è grato”.


Sono in programmazione ulteriori attività progettuali che coinvolgeranno le giovani associazioni e le scuole parlando di “Tenerezza” per trovare un parallelismo che può venire proprio dal linguaggio delle piante, che ci indicano un’altra modalità di vivere le relazioni. E la Tenerezza è una di queste. La costruzione di una mentalità resa sensibile dall'integrazione della Tenerezza può fermare ogni forma di violenza, ogni forma di discriminazione.


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