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L’ETICA PUBBLICA ED IL SENSO DELLE ISTITUZIONI DEL SINDACO ABBATE
22 Mag 2017 07:54
Mai la nobile Città di Modica, per voce dei suoi rappresentanti, ha manifestato scarsa “ETICA E SENSO DELLE ISTITUZIONI”. Se mettiamo a sistema i numerosi episodi di cui si è reso protagonista il nostro primo cittadino ci si rende conto quanto sia venuto meno in questi ultimi tempi il senso delle istituzioni. La cosa grave è che a ciò viene associato il nome della Città.
Accordi solenni dinanzi al Prefetto non rispettati, forzature ai limiti della legalità di regole che stanno a presidio della buona amministrazione e soprattutto della trasparenza. Di ciò ce ne danno una sintesi i giudici contabili con le ultime delibere, la 70/2017 e la 98/2017.
La Corte dei conti nell’ordinamento giuridico italiano è un organo che contribuisce ad assicurare l’equilibrio economico-finanziario del settore pubblico e la corretta gestione dei denari pubblici, attraverso controlli di legalità e regolarità. Svolge la predetta funzione attraverso la verifica delle relazioni degli organi di revisione degli enti e dei bilanci di previsione e consuntivi dei Comuni. Senza i predetti atti la Corte dei conti non può esercitare la propria funzione.
Nel caso specifico, propedeutiche alle attività di controllo, oltre alla relazione dell’organo di revisione del Comune, erano le misure correttive che il Comune di Modica avrebbe dovuto adottare conseguentemente alla deliberazione n. 235/2016 della Corte dei conti. Entrambe le attività risultano non pervenute al magistrato istruttore nei tempi richiesti nonostante i vari solleciti. Ciò, dicono i giudici, ha avuto la gravissima conseguenza di avere impedito alla Sezione della Corte dei conti di espletare la propria attività di controllo.
Ma leggere dai magistrati tutti i comportamenti tenuti dall’Amministrazione nel corso della vicenda, ci lascia amareggiati perché è Modica che perde di immagine. E la cosa che merita una profonda riflessione da parte di tutta la città è l’atteggiamento del Sindaco che mentre nelle audizioni presso la Corte dei conti fornisce risposte evasive e non pertinenti alle mancanze rilevate nei confronti dell’ente, ritornato in Città narra di un mondo tutto suo ed in netto contrasto con quello che sostengono i giudici contabili. Ai cittadini ignari ribadisce, a discolpa, che la Città paga lo scotto dei debiti e della cattiva gestione del passato, dice della mancanza del collegio dei revisori, decanta i provvedimenti volti al risanamento dei conti ma evita al contempo di affrontare le questioni che vengono addebitate alla sua gestione. Da qui due le cose! O l’amministrazione è veramente convinta che i giudici non hanno abbastanza competenza per valutare tutte le misure adottate o queste risultano, come sostiene la Corte, insufficienti.
Riservandoci di approfondire sulle le responsabilità dei revisori dei conti in quanto non conosciamo ancora le memorie difensive dei componenti il Collegio, non possiamo esimerci, invece, di condannare senza se e senza ma le mancanze dell’amministrazione Abbate così come accertate da giudici contabili e che appaiono molto più gravi di quelle accertate nei confronti dei revisori dei conti. Non sono di certo i revisori che avrebbero dovuto mettere i conti a posto come chiesto più volte dalla Corte dei conti, non sono loro i destinatari dell’inibizione, già imposte da tempo con deliberazioni precedenti a quelle sopra elencate, a programmare spese specie se mancanti di coperture finanziaria, non sono loro che hanno fatto scelte politiche e gestito, in un clima di grave crisi ed opacità, i fatti amministrativi e i soldi dei cittadini. La Corte non si rivolge a loro quando dice che l’ente ha messo a nudo la propria incapacità ad affrontare i gravi problemi del bilancio comunale.
Promesse e solo promesse di correggere i conti, rinviando di volta in volta a future rimodulazioni del piano di riequilibrio fino a fare maturare nei giudici la convinzione di trovarsi davanti a degli artifizi a copertura di irregolarità contabili. Una vera mancanza del senso delle Istituzioni, che questa volta hanno trovato sfogo nel deferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa e alla Procura della Corte dei conti della Regione siciliana per l’eventuale seguito di competenza.
Invitiamo il Sindaco, per il bene e l’immagine della Città, a correggere, da qui in avanti, quest’atteggiamento che non è sicuramente appropriato nei rapporti istituzionali.
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