L’ETERNA CORRENTE SOTTERRANEA

 

C’è una corrente, in buona parte sotterranea, che attraversa la società italiana e ne condiziona le dinamiche e l’espressione politica: l’autoritarismo.

Ricordiamo tutti la boutade di Andreotti negli anni topici del suo potere: l’Italia è il paese più libero del mondo! Greve monito ai romantici sulla scarsa possibilità di trovare libertà in qualche angolo di mondo ma anche sinistro paradosso nel paese dei golpe eternamente imminenti…..

E’ una corrente parzialmente trasversale, che lega gli umori populistici di quella che una volta si diceva la piccola e media borghesia – tanto affascinabile dalle storie assolute, risolutive, di uomini della provvidenza (Mussolini, Craxi, Berlusconi) – alla cultura formativa di gran parte dell’apparato statale, poliziesco, militare.

L’immagine forte che in Diaz di Daniele Vicari ci apre uno scorcio della vita quotidiana di tanti poliziotti, è perfettamente corrispondente a quanto affermato nelle ultime sentenze sul G8 di Genova: torture e umiliazioni compiute cantando inni fascisti, in spregio al fatto che – se non si erra – il fascismo è abbondantemente fuori legge da più di 60 anni.

Viene quasi da pensare che l’adesione a una precisa ideologia sia un criterio selettivo, ovviamente nascosto, con il quale si reclutano le persone.

Naturalmente non siamo per le generalizzazioni facili: sappiamo che tanti poliziotti e tanti militari e tanti agenti dei servizi segreti fanno il loro lavoro con onestà, semplicità, spirito di sacrificio, sincero ardore democratico. Ma d’altronde come non chiedersi perché in questo paese di 60 milioni di abitanti ci sia un rapporto fra generali e soldati di gran lunga più alto che in America, che pure fa quasi 300 milioni di anime!

Tanto per chiarire ulteriormente che non ci ispira una qualche filosofia arancione diciamo subito che il paragone con l’America è puramente strumentale: è un dato fin troppo acclarato che l’autoritarismo abita le istituzioni – specie quelle militari – di quel paese con una incisività e una pervasività finanche maggiori che da noi, basta pensare a come è stata gestita la politica estera nel continente sud-americano negli anni 60 e 70. Regimi militari feroci che ricevevano gli ordini direttamente dalla CIA e da Wall Street.

Ma il nostro è un paese in cui il margine dello scontro sociale è rimasto largo, fino ad un certo momento. Un paese nato dalle macerie di una guerra, di un regime, ricostruito col concorso di forze ideali diverse, composite, socialiste, comuniste, cattoliche, liberali.

E’ come se ci fossero due Italie, da sempre: una che vive alla luce del sole e l’altra che trama nell’ombra.

Niente che somigli all’Italia raccontata, ipnoticamente, dal cavaliere di Arcore, che inventa un paese in cui la maggioranza silenziosa è depositaria delle chiavi della democrazia mentre il resto, la sinistra, la magistratura, sono la forza oscura che preme per sovvertire l’ordine democratico.

Ogni tanto i padroni della BCE, della Commissione Europea, dei gruppi di potere alla Bilderberg, guardano il teatrino e ridono!

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