LEADER E PARTITI PADRONALI

Si assiste sempre più alla presenza di partiti padronali, consistenti in strutture ingessate che rendono la democrazia  solo un optional , in quanto le decisioni vengono calate dall’alto secondo la costumanza dei regimi assoluti.

Il fatto in sè allontana notevolmente la gente  dalla politica, dai  suoi rappresentanti.  Ideali, valori e principi sembrano essere solo delle pure mete. Ecco allora il proliferare di movimenti che sembrano proteggere gli ideali tanto sparuti ma necessari per credere in qualcosa, come il Bene Comune ad esempio.

La maggior parte dei partiti  sono diventati padronali e il leader diventa sempre più un padrone del partito, calando le scelte dall’alto  su dei seguaci  privati di parola che seguono le scelte secondo l’ottica del potere esercitato, col mezzo di qualche favore e piacere personale.

Il leader, i leader non sono il problema reale, come si pensa comunemente, ma è la maniera in cui si esercita la capacità di aggregare e di condurre.

Essere leader, quindi, è un fatto naturale. Se pensiamo ai giovani studenti ,anche loro hanno dei leader. Il problema è quando questi diventano bulli, ad esempio, quando esercitano la loro capacità non secondo il principio del coordinatore di idee e pensieri, ma per ritagliarsi una forza sugli altri.

Se pensiamo bene il problema anche nei movimenti come nei partiti non sono i leader ma la deviazione del leaderismo che crea un disagio.

Il problema è il verticismo ma non i leader intesi come coloro che sintetizzano bene analisi della realtà ed esigenze dei singoli secondo le regole della democrazia.

 

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