È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LE ROYALTIES UTILIZZATE DAL COMUNE DI RAGUSA. ALTRO CHE TRASPARENZA
26 Feb 2016 09:00
“E’ stata bocciata la nostra proposta sulla istituzione della Commissione di studio per fare chiarezza sulla destinazione dei soldi spesi provenienti dalle royalties. Persa una buona occasione per applicare i sani principi di legittimità, di trasparenza e di legalità e anche per ridurre le tasse”. Lo dicono i consiglieri comunali del Partito Democratico, Mario D’Asta e Mario Chiavola, che avevano presentato, in seno al civico consesso di Ragusa, e già due mesi fa, quando cioè il dibattito sulle royalties non era entrato nel vivo come sta accadendo adesso, un odg avente ad oggetto l’istituzione di una Commissione di studio sui proventi derivanti dall’attività estrattiva petrolifera. “Come accaduto in altre occasioni, però – spiegano i due consiglieri – nonostante le finalità positive dell’iniziativa, soprattutto per fornire un certo riscontro alla cittadinanza su un argomento che, come abbiamo potuto vedere, è ritenuto di primaria importanza, la maggioranza pentastellata ha liquidato il tutto con un voto negativo. Quindi, checché ne dicano il sindaco e l’assessore al Bilancio, sulle royalties si continua a volere stendere un velo oscuro, per non fare vedere alla città non si capisce cosa, piuttosto che prediligere la trasparenza. Infatti, la Commissione di studio si sarebbe dovuta occupare di analizzare i bilanci comunali degli ultimi anni, individuando le voci finanziate dai fondi provenienti dalle royalties, anche per verificarne la legittimità. E, ancora, chiedevamo di costituire un capitolo di spesa effettivo e a sé stante tale da rendere più agevoli, chiari e trasparenti la destinazione e gli investimenti che derivano da tali somme”. Ma non solo. La Commissione avrebbe dovuto verificare che i fondi siano utilizzati quale voce di spesa congrua e tesa a investimento per sviluppo e non a mantenimento della macchina amministrativa o a più generiche spese correnti. “Inoltre – dicono ancora D’Asta e Chiavola – la Commissione si sarebbe dovuta occupare di verificare la opportunità e la necessità di usare parte dei fondi per ridurre la pressione fiscale nei confronti delle attività economico-produttive. Il dato oggettivo è che questi soldi sono stati usati illegittimamente facendo lievitare le spese correnti di venti milioni di euro mentre dall’altro sono aumentate vorticosamente le tasse pesando sulla economia e sui bilanci delle famiglie ragusane. Avevamo pensato di fare cosa buona e giusta cercando di capire come questi soldi fossero stati spesi e tentando, per il futuro, di indirizzarli in un percorso utile alla città. Abbiamo chiesto trasparenza e legalità, ma ancora una volta la risposta è stata il voto contrario ad una nostra proposta. L’ultimo bilancio di previsione ci dice che le tasse sono lievitate in maniera irresponsabile insieme alle spese correnti. Con questa gestione grillina irresponsabile abbiamo assistito all’aumento di dirigenti, di esperti, tecnici e consulenti. Insomma, tutte indicazioni assolutamente condivisibili e che invece i pentastellati hanno ritenuto di bocciare sol perché arrivavano dall’opposizione, denotando la consueta mancanza di dialogo che impedisce a questa maggioranza di avere la benché minima visione su ciò che potrà essere il futuro della nostra città. Riteniamo che il Consiglio comunale debba essere luogo d’incontro per trovare le soluzioni migliori atte a garantire il benessere della nostra città. E, invece, come accaduto in questo caso, ci troviamo di fronte a blocchi preconcetti che non fanno onore a chi dice di voler fare politica per fornire un sostegno a chi ha bisogno. Vediamo solo contrapposizioni. E basta”.
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