“LE RAGIONI PER CUI LASCIO IL PDL”

«Già all’indomani delle elezioni amministrative, il 7 luglio 2011, la pesante condizione all’interno del PDL ragusano mi aveva indotto a lasciare il gruppo consiliare del PDL dichiarando la mia posizione di indipendente al Consiglio Comunale. A questo si è aggiunto il contesto nazionale, ricco di scandali e di eventi discutibili che hanno indotto ad una profonda riflessione sulla opportunità di continuare a sostenere, dopo 15 anni di militanza, una formazione politica che si presenta all’esterno e si caratterizza più per le indagini giudiziarie e le cadute di stile dei vertici nazionali, che per le scelte politiche e di governo le quali, al di là delle demagogiche affermazioni nei talk show, hanno dimostrato di essere tanto deboli da costringerci a “passare la mano” affidando la nazione ad una gestione commissariale di tecnici. Evidente è stato inoltre l”assenza, in Sicilia, di una vera struttura organizzativa di partito che garantisse la democrazia interna, lasciando che il partito si consumasse a seguito del continuo “braccio di ferro” fra le diverse componenti, impedendo la scelta “dal basso” dei vertici, rimandando “sine die” la celebrazione dei congressi previsti dallo statuto, rifiutando di consentire le primarie sia a livello locale che regionale, imponendo costantemente nominativi più o meno condivisi nei vari coordinamenti comunali, provinciali, regionali. Per tutto quanto detto sopra, ho ritenuto di non poter più condividere i modi, gli strumenti, i percorsi politici del PDL. Lascio dunque il PDL, ma continuo la mia attività politica a fianco dell’On. Innocenzo Leontini che ancora rappresenta, a mio giudizio, l’unica immagine di Uomo Politico degna di considerazione e stima: sin dall’inizio, a seguito del “tradimento” politico del Governatore Lombardo, egli ha sostenuto e guidato strenuamente l’opposizione a Palermo, senza se e senza ma, indicando chiaramente, anche se invano, gli errori che il governo stava compiendo e suggerendo i correttivi che, se accolti, avrebbero forse evitato il disastro economico e sociale in cui la Sicilia oggi si trova. Ed in quel momento, egli rappresentava l’unica voce udibile del partito in Sicilia, e l’unico punto di riferimento di quanti fossero realmente all’opposizione. Ma in questa difficile azione, il partito, pur fingendo di sostenerlo, lo ha lasciato solo, consentendo addirittura che alcune fazioni si alleassero apertamente con il Governo Lombardo e ne condividessero l’attività di distruzione della regione, oggi evidente. E maggior rispetto ritengo si debba ad un ‘uomo che, potendo disporre di un “seggio sicuro” ricandidandosi nel PDL, ha scelto di mettersi in discussione tracciando un nuovo percorso, avviando un nuovo disegno politico, affrontando l’incognita di una candidatura in Cantiere Popolare, rifiutando la “comodità” ed accettando una sfida. Queste, dunque, sono le ragioni per le quali lascio un partito in cui ho creduto e che mi ha deluso, ed inizio un nuovo percorso, sempre a fianco di un Uomo Politico che ha dimostrato coerenza e coraggio, virtù oggi rarissime in politica.»

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