È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
“LE FOTO PIU’ BELLE DEI NOSTRI LETTORI”
29 Feb 2012 13:46
Per la Quarantasettesima uscita della rubrica “Le foto più belle dei nostri lettori” pubblichiamo gli scatti fotografici di Tano. Il nostro lettore ha catturato i particolari spettacolari dell’Altare della piccola Chiesa di San Rocco ad Ibla.
Essa è probabilmente l’unica chiesa rimasta integra dal terremoto del 1693 e conserva ancora oggi l’originaria struttura tardo rinascimentale. Nel passato inoltre, la zona in cui sorge, oggi pressoché disabitata, era uno dei centri nodali del commercio della città. Venne edificata nella seconda metà del secolo XVI; sappiamo infatti che non esisteva ancora nel 1542, dato che non viene riportata nell’elenco delle chiese in cui si recò il vescovo di Siracusa, Mons. Platamone, nella sua prima visita pastorale compiuta a Ragusa proprio in quell’anno. Ma sappiamo che già esisteva nel 1586, poiché questa data si trovava nell’iscrizione dedicatoria dell’affresco raffigurante S. Ippolito a cavallo dipinto sulla parete destra della chiesa. La sua edificazione andrebbe compresa quindi tra il 1542 e il 1586.
Ha un semplice prospetto “a capanna” di gusto manieristico tardo-rinascimentale, al centro del quale si aprono il portone d’ingresso, con una cornice in pietra a sesto acuto sormontata da un timpano, ed una loggetta con quattro pilastrini, anch’essa sormontata da un timpano in cui è inserita una piccola statua del Santo Titolare. Il terremoto del 1693 non provocò gravi danni alla chiesa. Negli anni ’60, a causa delle carenze di manutenzione subì il crollo del tetto e rimase in abbandono fino agli anni ’80 quando vi venne effettuato un primo intervento di ricostruzione delle coperture, seguito dal restauro delle sculture del presbiterio, terminato lo scorso anno, e da un intervento di completamento tuttora in corso, al termine del quale la chiesa potrà essere riaperta alla fruizione dei fedeli e dei visitatori.
La chiesa conserva al suo interno un’opera singolare e di notevole importanza artistica. Si tratta della cosiddetta “pala di S. Rocco”, una grande icona in pietra calcarea scolpita che occupa l’intera parete di fondo della chiesa. La grande superficie è divisa nei tre livelli da lesene ed architravi finemente intagliati con motivi vegetali di gusto manieristico. Nel riquadro centrale del primo livello si trovava l’altare ed in quelli laterali le porte per accedere alla sacrestia. Nel secondo livello si trova, al centro, una grande nicchia in cui è collocata la pregevole statua seicentesca di S. Rocco. Ai lati della nicchia, in due grandi bassorilievi sono raffigurati: l’Arcangelo Michele, che con la spada sguainata ricaccia nell’inferno il demonio, e l’Arcangelo Raffaele che tiene per mano il piccolo Tobia e gli indica la strada da percorrere. I tre riquadri del terzo livello portano i bassorilievi della Resurrezione, col Cristo che esce vittorioso dal sepolcro, di S. Maria Maddalena e di S. Marta, la prima testimone della resurrezione di Cristo, la seconda testimone della resurrezione del fratello Lazzaro.
Ringraziamo il nostro lettore Tano per averci fatto riscoprire questa meraviglia e vi ricordiamo che tutti voi potete inviarci le vostre foto all’indirizzo e-mail info@ragusaoggi.it.
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