“Le famiglie ragusane vogliono reagire alla crisi, chi può spenderà”. Lo dice ConfCommercio

“Nonostante la crisi e un calo pesante dei consumi, intorno al 12% rispetto all’anno scorso, le famiglie sembrano voler reagire e non rinunciare comunque ai regali di Natale”. A dirlo è il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, citando le rilevazioni effettuate, su base locale, dall’ufficio studi dell’associazione di categoria a livello nazionale.

“Non sarà un Natale come gli altri – spiega Manenti – ma la voglia di reagire alla crisi comunque c’è. Ed è quanto emerge dall’analisi effettuata circa le intenzioni di spesa in vista dei consumi di Natale e sulle previsioni di utilizzo delle tredicesime. Ovviamente, queste ultime saranno più leggere, con una forte riduzione di coloro che faranno regali: da quasi l’87% del 2019 a poco più del 74%. Ma chi può, spenderà per i regali una cifra solo un po’ più bassa di quella dello scorso anno (164 euro a testa contro i quasi 170 del 2019).

Consideriamo, inoltre, che il mese di dicembre, che per i consumi commercializzabili vede ridursi il suo valore economico, resta comunque il mese più importante dell’anno. E potrebbe valere ancora di più se ci fossero condizioni ulteriormente favorevoli di contesto e di fiducia: molti ragusani potrebbero spendere le risorse involontariamente accumulate durante il lockdown per mancanza oggettiva di opportunità di consumo. I risparmi detenuti in forma liquida sono cresciuti di alcuni milioni di euro nei primi sei mesi del 2020 rispetto alla prima parte del 2019.

Nel complesso, dunque, questo mese di dicembre potrà tramutarsi in una reazione vitale per l’oggi oltre che in una promessa per il futuro: come già accaduto nel terzo trimestre dell’anno, le famiglie sono pronte a fare la loro parte, quando la fiducia migliorerà. Insomma, la conclusione è che c’è tanta voglia di ripartire che va incoraggiata. Bene, come richiesto da Confcommercio a livello nazionale, che l’ultimo decreto preveda l’esonero degli oneri fiscali per le imprese più penalizzate. Un’attenzione necessaria che si chiede, però, anche per gli indennizzi che devono essere ancora rafforzati”.

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