“LE CURVE DELLA PENNA” UN INSOLITO LIBRO CHE SPIEGA UNO STATO D’ANIMO DI UN UOMO COINVOLTO

Il petto legato, stretto da catene di parole  Soffoca voci irate. La bocca insolente rifiuta. Le mani disegnano spasmi di dolore…Parole, scelte tra tante, con cui si offre al lettore la raccolta di poesie di Pasquale Musarra “le curve della penna”. Un insolito libro poiché ha la pretesa di spiegare gli stati d’animo di un uomo che nel percorrere la sua professione di psicologo si scopre personalmente coinvolto. Insolito perché la  pretesa diventa specchio per chi legge il quale in queste liriche ritrova stati d’animo che conosce bene per esserci passato almeno una volta nella esistenza personalmente. Graffi che lasciano un segno nell’anima le poesie di Musarra sono segni come solchi a testimonianza che l’incontro con la sofferenza e con il disagio mentale non è un mestiere ma un percorso di vita a volte anche doloroso. Nella prefazione al libro si legge che la caratteristica principale della poesia del Musarra è  la sua essenza ermetica. Così nello sfogliare le pagine della raccolta ci si aspetta di trovare quel linguaggio antipatico e insensato, al giorno d’oggi, tipico di chi ha confuso la poesia con la capacità di non lasciarsi intendere. Ma definire ermetica una poesia che si esprime per immagini e per suoni per odori oltre che per parole è riduttivo. È  dichiarare apertamente che queste liriche sono state solo lette e non sperimentate sulla propria pelle. Se ci si accosta alle poesie con atteggiamento libero si scopre allora che “le curve della penna” sono poesie che seguono un percorso tracciato dall’autore ma che poi lascia libero il lettore di spaziare e di riscriverlo secondo la propria interiore esperienza che delle parole si fa.  Ecco perché le poesie del Musarra che come curve in quanto disabituano e non sono monotone sono una esperienza che conduce alle emozioni da tutti sperimentate e sofferte: alla tristezza, alla gioia, al coraggio , alla spavalderia,al terrore, alla onnipotenza al senso di stanchezza, alla morte ,alla vita, al grido, al sussurro. E questo avviene senza mai stancare in una esperienza ciclica che nel leggere ripropone poi il ritorno alla lettura ed ogni volta una poesia letta richiama in una “curva specularità e paesaggi dissimili” come dice Musarra. È una riflessione sul senso della vita con atteggiamento riflessivo e comunicativo ben lungi dall’essere ermetico. È un chiaro invito alla vita e alla passione per la vita comunque essa sia vissuta. Semplici cose prendono vita e in saturano con lo scrittore relazioni intime che poi si ripetono in chi legge. La poesia di Pasquale Musarra è intima esperienza che si fa con se stessi ma riscoperta della speranza che stimola e sottolinea la voglia di vita personale e trasmessa in chi legge e rilegge senza annoiarsi.  Incontrato all’atrio comunale di Modica nella sera del 27 Giugno. (Marcella Burderi)  

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it