È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LATTE: SERVE UN INTERVENTO IN EXTERMIS PER SALVARE IL COMPARTO
23 Gen 2015 14:50
Si sono avverate le previsioni sul comparto lattiero caseario, come afferma il direttore Giovanni Scucces: “Sul nostro settore si sta abbattendo una calamità naturale ed i soggetti coinvolti devono avere il coraggio di amministrare un comparto che non si sta amministrando. Senza una vera politica di settore tutte le anomalie vengono pagate alla fine dai produttori che si trovano ad andare alla ricerca di quote da affittare, quando le quote tra un paio di mesi cesseranno di esistere”. Ormai è certo che il nostro Paese splafonerà la quota assegnata e le stalle che hanno superato la propria quota dovranno sostenere la multa di circa 26 centesimi per ogni litro prodotto in più. Con un prezzo di latte alla stalla in continua flessione si fa presto a capire che tra qualche mese (o giorno) le aziende dovranno sostenere spese per aver prodotto senza aver neppure coperto i costi fissi. Gli affitti di quota stanno raggiungendo livelli insostenibili e puntano a pesare attorno alla metà della multa; è come imporre alle stalle più competitive di chiudere.
La proposta della nostra Organizzazione di prevedere un atterraggio morbido per gli ultimi mesi del regime quote-latte è stata completamente disattesa. Con i prezzi di affitto delle quote alle stelle, il sistema premia le aziende più inefficienti, che cedono i diritti a produrre, senza alcun contenimento dell’offerta. Qualsiasi effetto, in termini di sostegno al prezzo, si volesse ottenere applicando fino in fondo la quota sarà vano. Tutto questo sacrificio finanziario non servirà a contenere l’offerta che ormai è tale e non avrà, come ha avuto negli anni di piena applicazione, alcun effetto positivo sul prezzo il cui ribasso, peraltro, oggi è causato da ben altri fattori di mercato, quali una riduzione della domanda mondiale (in particolare cinese e russo per via dell’embargo) di derivati del latte ed un tracollo della domanda interna della filiera delle Dop.
Ci saranno dunque forti tensioni tra i produttori perché la libertà di offerta si scontrerà con una domanda piena di incertezze. Una politica che non è una mera azione di tutela, ma ha ricadute economiche e che lascia perplessi, vista in ottica di un mercato globale, dove segmenti di mercato abbandonati con l’intento di tenere tonico il prezzo vengono presto occupati da produzioni similari. Le nostre proposte per salvare il comparto sono due.
La prima di carattere contingente è una manovra d’emergenza: abbassare il valore del prelievo sulle produzioni extra quota-latte a livelli affrontabili, con il risultato di calmierare gli affitti delle quote-latte in questi ultimi due mesi.
La seconda, riguarda una strategia di medio periodo: costruire un comparto organizzato dove gli sforzi sono finalizzati a rendere solido il segmento delle produzioni Dop, dove produzione e trasformazione perseguono l’obiettivo comune di far confluire il latte italiano nei nostri formaggi tipici per poi venderli nel mondo. La condizione per far questo oltre all’aggregazione è una seria politica strutturale di export .
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