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L’arresto del macellaio anche a La vita in diretta su Rai 1: “La banalità del male”
05 Dic 2020 15:20
Il caso del piccolo Vittorio Fortunato aveva fatto il giro d’Italia: la storia di un povero neonato abbandonato e ritrovato in un sacchetto di plastica ha commosso tutti. Ed è normale, ora, che anche le tv nazionali si stiano occupando del caso.
La notizia è stata clamorosa e ha scosso fin nelle fondamenta l’intera provincia di Ragusa: il macellaio di via Saragat, l’uomo che fece ritrovare il bambino, è ora agli arresti domiciliari: l’accusa è pesante, ovvero abbandono di minori. Il suo avvocato, Michele Sbezzi, ha spiegato che l’uomo mai ha abbandonato il bambino, in quanto è sempre rimasto con lui.
Ma in ogni caso, il macellaio ha effettuato una vera e propria messinscena, chiamando il personale del 118 e la polizia e dicendo a tutti di aver ritrovato per caso un neonato davanti al suo esercizio commerciale.
Il servizio andato in onda ieri a “La Vita in diretta”, il programma di Rai1 condotto da Alberto Matano, non usa mezzi termini e definisce “falso eroe” il macellaio. Sul posto, l’inviato Fabrizio Rattiglia che ha intervistato il capo della squadra mobile, Luigi Bianco: “E’ stato importante in questa indagine l’elemento umano. C’erano incongruenze”, dichiara il capo della polizia ragusana, riferendosi alle prime dichiarazioni del macellaio.
Durante la ricostruzione effettuata dal programma, si parla di “macabra finzione sulla pelle di un innocente” e di “banalità del male”: è emerso, infatti, che i protagonisti di questa assurda vicenda, pare non versino in particolari situazioni di disagio sociale o economico. Ricordiamo, infatti, che il bambino è stato portato in ospedale senza aver ricevuto il primo latte (quindi in ipoglicemia) e con il cordone ombelicale ancora aperto. Versava, dunque, in grave pericolo di vita. Ci si sarà resi conto che quel bambino poteva morire? Un gesto incommentabile, che non trova davvero nessuna motivazione che abbia un minimo di logica.
Forse, qualche domanda sarebbe giusto porcela sulla apparente totale mancanza di empatia della nostra società.
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