L’ALBA DI UN NUOVO GIORNO

Egregio Direttore, Le invio alcune riflessioni, come anticipatoLe stamane, anche se un po’ in ritardo ma ho voluto prima passare in rassegna tutto quanto ha riguardato le elezioni regionali.

Come ho già evidenziato, nel caso Lei ritenesse la mia nota degna di pubblicazione, desidererei che non fosse resa nota la firma dell’autore in calce all’articolo in quanto lo stesso, fra le considerazioni contiene alcune inevitabili lodi, celebrazioni e giudizi positivi, che, ancorchè non condivisi, desidero non siano scambiate per piaggeria o tentativi di salire sul carro del vincitore.

Mi permetto di intitolare la nota come SUNRISE perché, comunque, il momento, ritengo, possa considerarsi, per la nostra città e la nostra provincia, l’alba di un nuovo giorno, dove poi splenderà il sole o ci saranno temporali.

Attenuate le luci, se non addirittura spente, degli studi televisivisi, restano gli ultimi fuochi sui giornali, di carta e in rete, alimentati dai dati definitivi, incorniciati dagli immancabili commenti e conditi dalle diatribe di chi, non ancora contento, continua a strapparsi i capelli e a cercare di tirarli all’avversario.

Fra poco tutto tornerà a scorrere come prima: si ricomincerà da capo, con maggioranze, franchi tiratori, esperti, consulenti, auto blu e conferenze stampa.

I telespettatori ritorneranno alle finction e i lettori si nutriranno delle storie e storielle su Berlusconi, Bersani, Lombardo, Renzi e compagnia

Di tutto quello che è successo dalle 8 alle 22 di domenica, ma soprattutto alle cause che hanno determinato gli eventi e alle conseguenze che ne deriveranno nessuno oserà tentare di capirci qualcosa, ma, peggio, di tentare di spiegare.

Ciò avviene soprattutto in sede locale, i giornali nazionali abbondano di scoop clamorosi e di storielle di fantapolitica, come da noi dove, considerati i prossimi appuntamenti elettorali, naturali e straordinari, potrebbe essere di ausilio una cognizione minimale dei fatti. Questo, certo, non per pretendere di proferire il verbo assoluto ma per lenire la grande problematica del momento, la disaffezione alla politica e ai suoi esponenti che si tramuta in assenteismo cronico.

E allora tuffiamoci, per un momento, nelle piacevoli acque del gossip politico, dove pochi usano balnearsi per falsi pudori e finto perbenismo.

Tanto per incominciare, quando finisce una gara, vuoi o non vuoi, si portano sul podio i vincitori: altri saranno rianimati e rifocillati, ma in disparte, i coni di luce sono tutti sui vincitori.

E allora celebriamo, anche solo per un attimo il vero vincitore di questa competizione, invece di incartarlo nel pacco regalo che i ragusani stanno per inviare a Palermo: si chiama Emanuele Di Pasquale, detto Nello.

Ha fatto tutto da solo: ha lasciato il PDL, ha creato dal nulla un Movimento Politico, ha aggregato sostenitori e simpatizzanti, ha allargato l’orizzonte fuori dagli stretti confini provinciali, è andato da solo, ha avuto il fiuto di un cane da tartufi e ha riportato una affermazione che inonda di luce Ragusa per le sue proporzioni qualitative e quantitative. Si potrebbe continuare ad libitum l’analisi che farebbe registrare sempre dati sorprendenti nelle sue varie sfaccettature. Una vittoria netta, per i numeri, per le percentuali, per l’apporto dato alla lista e al Presidente collegato, in risposta a tutti quelli che, in un modo o in un altro, volevano osteggiare l’operazione.

Nell’estate dell’anno 2008, venne pubblicata una guida turistica di Ragusa: nella copertina, come sintesi della città e della sua storia, c’erano cenni sui momenti che avevano caratterizzato la città.

Si faceva riferimento alla ricostruzione post terremoto, all’elevazione della città a capoluogo di provincia, al volto nuovo della città a seguito degli interventi dell’Amministrazione DiPasquale: a prima vista l’accostamento poteva sembrare esagerato, se non pervaso da piaggeria, oggi, alla luce dei fatti, comunque, DiPasquale entra a pieno titolo nella storia della città, per la Sua impresa.

Sul podio, quasi ex aequo, meritano un posto i grillini, tutti e cinque a pieno titolo: questo non solo per l’impresa, comune agli altri territori dell’isola, di avere riportato voti e percentuali da primato, quanto per l’exploit riportato nella nostra provincia. Se si vanno a vedere i risultati della lista provinciale si può ammirare come si va dai 1.886 voti dell’ultima candidata ai 3.407 voti che hanno permesso a Vanessa Ferreri di essere la prima donna della provincia eletta al Parlamento Siciliano.

Se messa a confronto con tromboni della politica locale che hanno riportato numeri da consiglio di quartiere, l’impresa non è da poco.

Se non altro per coprire il gradino più basso del podio, una piccola corona d’alloro può essere appesa alla testa dell’Udc che, ricalcando, in parte, l’andamento regionale, sia pure orfana del PID e in barba a quanti volevano i moderati dubbiosi sull’opportunità di buttarsi a sinistra, ha fatto la sua figura, confermando il deputato uscente e trovandosi, comunque, seduta bene sul carro del vincitore, e soprattutto in anticipo.

Per i vincitori sonni tranquilli, forse anche fino a fine legislatura.

Qualcuno dirà subito: ‘ E i partito del Presidente, il PD, dove lo metti ?’

Non certo fra i vincitori, in quanto una squadra che potrebbe aver vinto 7 a 0 non si può limitare ad accontentarsi di uno solo striminzito gol. E questo, di sicuro, non perché non abbia voluto infierire.

I numeri, intanto, a livello regionale, non sono esaltanti, troppo bassi rispetto alle competizioni precedenti, quindi nessuno può cantare vittoria.

Localmente il karakiri politico di chi, per osteggiare DiPasquale, si ritrova a vedere sfumato un secondo eletto, cosa di cui pochi parlano: se non si fosse posto il veto per DiPasquale nel listino di Crocetta, oggi Nicosia sarebbe già in viaggio per Palermo. Miopia, magari giustificata, di quanti avevano osteggiato e criticato DiPasquale durante tutta l’attività politica, cecità dei leader che, in quanto tali, non possono non vedere e capire queste sfumature. In ogni caso un deputato in meno.

Fra i perdenti ci sono quelli meritevoli di fermarsi a vedere la premiazione e quelli che, invece, debbono avere la dignità di allontanarsi in silenzio, senza proteste e polemiche.

E qui si entra nel merito delle questioni locali, che possono avere influenza per le prossime consultazioni perché, anche se si profilano all’orizzonte proposte di candidatura difficilmente oppugnabili per la caratura dei proponenti, le corti , di destra e di sinistra, non possono limitarsi a fare le comparse.

Più a sinistra del PD in provincia esiste poco, qualche sprazzo a Vittoria, ma nel capoluogo ancora meno, a meno di richiamare sempre in servizio dalla riserva DiNatale per darsi una immagine.

Italia dei Valori risente comunque della scomparsa a livello regionale e non può reggersi su un uomo solo.

Più a destra il vero teatrino della politica che, forse, risente dei fasti delle feste di Arcore.

Si sono strappati i capelli, non hanno capito che la festa è finita, ma non è azzardato pensare che, fra breve ricominceranno.

Solo i tre stimabilissimi candidati del PDL hanno condotto la loro battaglia con eleganza, sobrietà e stile: l’unica cosa che è mancata il colpo di classe di un momento collettivo di incontro con il coordinatore nazionale e con il candidato Presidente, dove, con una dimostrazione di forza che avrebbe potuto avere inimmaginabili influenze positive, dovevano essere invitati anche i candidati delle altre liste a sostegno di Musumeci. Ma è come pretendere di trovare Philipponat da McDonald.

Del tutto assenti i o il leader del partito, forse nell’indecisione di chi appoggiare.

Ha suscitato clamore la mancata riconferma di Leontini, trasmigrato, nel frattempo, nel PID, oggi Cantiere Popolare per la fantasia di qualche creativo emergente. Partito piccolo ma sfavillante per i riflessi della porta girevole che ha visto entrate e uscite mozzafiato. Gli uscenti, o forse è meglio dire i ‘cacciati’, a quest’ora ridono contenti, gli entranti, forse, da domani, cercheranno nuove vie.

Ma, a proposito degli entranti, dove sono andati a finire questi voti?

Per quanto ampiamente gratificato dall’ultimo governo regionale, poco produce il partito di Lombardo, anche considerando le alterne fortune di qualche candidato, anche se la performance del giovane Cappuzzello, sempre considerato dal leader ma assai poco valorizzato, dimostrano che non si è puntato mai sul cavallo vincente.

Restano i pochissimi seguaci di Miccichè che, di certo, non può essere contento di quello che arriva da Ragusa: forse faceva bene quando, in maniera sbrigativa, riceveva i maggiorenti ragusani  solo nell’ingresso della sua segreteria palermitana.

Qualcuno potrà dire: hai da ridire su tutti, soprattutto a destra !

Volete sapere il perché? Sommate le percentuali di PDL, di UDC, di PID, di MPA, di Grande Sud, di FLI, della Lista Musumeci, aggiungeteci una spruzzatina di cinque stelle e una spolverata di astenuti e vedete, in sogno, cosa vi appare.

Quando riaprite gli occhi gli occhi chiedetevi ancora e aspettate di sapere se Ruby cucina meglio la banana o le zucchine.

Lettera firmata

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