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L’addio a Giuseppe Curvà: “Sarai sempre nei nostri cuori”
23 Ago 2024 19:26
Il suono dei clacson e il rombo dei motori. Una canzone neomelodica a tutto volume. La musica “a palla” e centinaia di giovani con le magliette bianche e la foto di Giuseppe Curvà e la scritta “Sarai sempre nei nostri cuori”.
Se n’è andato così Giuseppe, morto nell’incidente di mercoledì sera mentre si trovava con il suo calesse nei pressi del bivio cosiddetto di “Pozzo Cancellieri”: l’ultimo saluto, il funerale , circondato dall’affetto dei suoi amici, i coetanei di Acate e dei paesi vicini e da quello dei suoi parenti, i genitori, il fratello, la sorellina.
La bara bianca piena di fiori ha attraversato la piazza antistante la chiesa madre San Nicolò di Bari, circondata da decine di palloncini bianchi che alla fine si sono levati in cielo. Alcuni però hanno accompagnato la bara lungo il percorso a piedi verso il cimitero.
La piazza straripava di gente, piena ancora più della chiesa dove non era rimasto un solo posto vuoto. Nell’aula sacra il sacerdote che ha celebrato, don Mario Cascone, ha ricordato che “Dio è il Dio della vita e non della morte” e che tutti ci ritroveremo un giorno, nella vita eterna, accanto a coloro che abbiamo amato. “La morte di un genitore è più naturale, la morte di un figlio prima del genitore è quasi innauturale. Ma è a causa del peccato la morte è entrata nella vita degli uomini”.
All’esterno, invece, il ‘saluto laico”, quello degli amici e dei suoi affetti più cari. C’era anche un cavallo con al bandiera del Brasile, simbolo di quegli animali che Giuseppe amava. Il suo cavallo, quello che trainava il suo calessino, è rimasto anch’egli ferito ad una zampa. È stato preso in consegna da alcuni amici che stanno cercando di salvarlo.
Non sono gravi invece le condizioni dell’uomo di 41 anni, al volante della Ford Kuga, protagonista dello scontro che è costato la vita a Giuseppe. Per il ragazzo , è stata fatale la caduta dal calesse. È finito contro un muro laterale sbattendo la testa. Il giovane pastore che viveva e lavorava in contrada Baucino ha lasciato così questa vita ad appena 18 anni, quando aveva ancora tanti sogni nel cassetto e tanti progetti da realizzare.

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