L’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE HA CREATO SOLO CONTRADDIZIONI

Prendo spunto dalla riflessione di Vito Piruzza, autorevole esponente del Partito Democratico di Ragusa, per esprimere apprezzamento del fatto che nel mio Partito Vi sia qualcuno che abbia finalmente capito l’importanza del Tema dei Liberi Consorzi tra Comuni e che, recependo il documento consegnato al Consiglio Comunale Aperto di Ragusa dal Circolo da me presieduto,  vada in “direzione ostinata e contraria” rispetto alle posizioni campanilistiche assunte da alcuni esponenti Modicani del PD.

E’ ormai evidente a tutti che la legge n.8 del 2014 non ha soppresso  Enti ritenuti inutili e costosi (le provincie Regionali), ma al contrario, con essa, la Regione Siciliana ne ha mantenuto in vita il costoso apparato e la sua capacità decisionale, sopprimendo solo gli organismi di controllo democratico delle decisioni.

Altro che spending review, quella a cui abbiamo assistito è abolizione della democrazia!

E’ accertato che siffatta scelta, per la sua fumosità e contraddittorietà, ha solo creato confusione e suscitato i peggiori umori campanilistici e secessionistici nel nostro territorio, una volta additato ad esempio di sviluppo e buona amministrazione in tutta Italia.

In ogni caso, a prescindere dal contenuto di una legge correttamente criticata, oggi, invece di avviare un serio dibattito teso, da un lato, a far attribuire al nuovo Ente poteri e funzioni utili allo sviluppo economico e sociale della Sicilia, e, dall’altro, all’allargamento degli attuali confini del Libero Consorzio di Ragusa verso realtà economicamente e culturalmente vicine, al fine di creare una sola grande entità capace di contenere al suo interno il Parco dei Monti Iblei, le città Unesco della Val di Noto e la fascia trasformata della produzione ortofrutticola e vitivinicola, si assiste a sterili rivendicazioni campanilistiche che mirano addirittura alla secessione di una parte di quella che fu la Provincia di Ragusa.

Il secondo Circolo del PD di Ragusa nel marzo del 2014 ha consegnato un documento sul tema, sottolineando come, nella attuale dimensione corrispondente con il confini provinciali, sia il Libero Consorzio di Siracusa, con poco meno di 400.000 abitanti, sia il Libero Consorzio di Ragusa con i suoi 320.000, hanno i requisiti minimi di equilibrio economico per una corretta gestione dei servizi intercomunali, mentre nell’ipotesi di creazione del Libero Consorzio della Val di Noto con popolazione di poco superiore a 190.000 abitanti, per scorporo da Ragusa e Siracusa, si giungerebbe alla paradossale ipotesi in cui i cittadini di questo nuovo Consorzio sarebbero costretti, per mantenere la stessa qualità di servizi, a pagare un costo maggiore di quello in atto sostenuto, o per mantenere il medesimo costo, ad usufruire di servizi qualitativamente inferiori a quelli in atto resi, con evidente peggioramento della loro posizione economico-sociale.

Questi sono solo alcuni immediati effetti, tutti negativi, derivanti dall’ipotesi avanzata di creazione del micro Libero Consorzio del Val di Noto, probabilmente formulata con eccessiva enfasi e rapidità, senza utile approfondimento, ed in netto contrasto con le attuali linee di politica economico-istituzionale sulla scorta delle quali l’istituzione e/o l’azienda pubblica è utile, efficace ed efficiente laddove realizza massa critica per numero di abitanti e/o utenti.

Da qui l’appello a tutte le forze sociali e politiche affinchè si apra un ampio, serio ed articolato dibattito nel pieno rispetto delle regole democratiche, volto a garantire la creazione di un modello istituzionale e territoriale di sviluppo per tutta l’area del sud est della Sicilia, contro ogni spinta secessionistica.

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