LA ROSA: “LOMBARDO INTERVENGA”

“Fino a ieri sera, il Governo regionale non aveva ancora firmato lo stato di calamità. Il presidente Lombardo sta scherzando con la sorte di centinaia di produttori e di famiglie che sono usciti con le ossa rotte dal maltempo che ha devastato la fascia trasformata. Il governatore si alzi dalla sedia e vada a Bruxelles per sbloccare le risorse non spese da destinare al comparto agricolo”. E’ il coordinatore cittadino di Grande Sud a Vittoria, Andrea La Rosa, che lancia un nuovo allarme sostenendo che “la politica, stavolta, deve superarsi e riuscire ad accelerare i tempi che non possono più essere quelli soliti ma bruciare le tappe per arrivare a fornire risposte serie e concrete in tempi rapidi. Noi di Grande Sud – continua La Rosa – abbiamo avanzato una proposta che metteremo al centro del confronto e che contempla la partecipazione degli agricoltori, delle associazioni di categoria, dei tecnici preposti a valutare l’entità dei danni. Abbiamo anche preso atto dell’iniziativa portata avanti dall’Amministrazione comunale che ha istituito due sportelli per la segnalazione dei danni, iniziativa che, a nostro giudizio, da sola non può servire a fare rialzare la testa ad un comparto che oggi, più che mai, sta facendo registrare il tracollo. L’effetto domino che si innescherà determinerà una situazione di crisi senza precedenti”.
“Ecco perché – aggiunge La Rosa – chiediamo che l’Amministrazione comunale faccia fronte comune con la deputazione regionale dell’area iblea nel sollecitare il Governo regionale ad apporre la firma nella dichiarazione dello stato di calamità. Le ricadute negative che, purtroppo, oggi si registrano sono destinate a colpire non solo i produttori,  in prima battuta, ma anche, in un secondo momento, i fornitori e tutte le imprese collegate all’indotto. E, più in generale, l’economia locale. Diciamo basta ai tavoli tecnici e chiediamo accelerazione di tempi nella concretizzazione dell’azione amministrativa da parte del Governo della Regione. Questa volta, non è possibile aspettare sei mesi. Perché i produttori, oggi, non sono nella condizione di coprire sul piano economico i danni che hanno subito”.

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