LA PROTESTA DEI “FORCONI” E I CAMBIAMENTI DA FARE DENTRO LA CABINA ELETTORALE

Lo scorso sabato, alla riunione settimanale (cosa che accade da circa 2 mesi) dei Giovani Democratici di Ragusa, si è discusso e riflettuto sulla cosiddetta protesta dei “forconi”, arrivando ad una serie di conclusioni. Queste manifestazioni che stanno “smuovendo” la Sicilia, guidate dal Movimento dei Forconi e da Forza D’urto, hanno creato nell’opinione pubblica voci discordanti su chi è favorevole e chi no, animando parecchia confusione soprattutto tra i giovani. Abbiamo discusso approfonditamente, analizzando contenuti e metodi di questa forte protesta. Innanzitutto sentiamo l’esigenza di criticare i metodi utilizzati in queste manifestazioni, perché è inaccettabile far valere dei diritti calpestandone altri, perché i principi della democrazia sono ben altri. A parte personaggi e personalità poco chiare che ruotano attorno a queste manifestazioni, noi vogliamo pensare a coloro i quali non vanno a lavorare da una settimana, agricoltori, trasportatori e pescatori, a cui si sono aggregati anche tutti coloro i quali stanno attraversando, per colpa di questa crisi, periodi tutt’altro che floridi, persone che non riescono ad arrivare a fine mese, persone che riescono a stento a dar da mangiare ai propri figli, figuriamoci ad assicurare loro gli studi; un aspetto a nostro avviso fondamentale riguardo a questa protesta è che non può passare il messaggio che la causa di tutto è dell’appena insediato governo Monti, perché in realtà questa crisi è il frutto, oltre che della crisi internazionale, di un decennio di governi Berlusconi-Bossi e non dobbiamo e non possiamo nemmeno dimenticare che la Sicilia è la terra in cui il centrodestra e il berlusconismo hanno avuto maggiori consensi a livello nazionale e per il governo della Regione. Governi che per decenni hanno utilizzato i contributi per fare clientelismo e creare contributi “a pioggia” per moltissime delle categorie che adesso scioperano, senza mai avere e dare una visione globale alla crisi, ma solo per ingrossare i loro consensi elettorali. Per cui noi siciliani non dobbiamo dimenticare di certo che questa è una fase figlia delle scelte scellerate di una classe dirigente che noi siciliani abbiamo contribuito ad eleggere in maniera importante.

Ovviamente da questi movimenti/presidi, che hanno bloccato la nostra Regione, non possiamo che trarre una grande lezione e sopratutto ci devono fare riflettere sul fatto che la gente è stanca di false promesse, la gente è stanca del fatto che sono sempre i soliti a dover pagare, la gente è stanca di vedere svaniti i propri sogni e le proprie speranze e alcuni ragazzi come noi addirittura non riescono nemmeno a farli quei sogni, per colpa di una crisi che per molto, forse troppo, tempo è stata elusa; quindi soprattutto in noi giovani si deve risvegliare quel senso civico che tanto è mancato, e manca, per riuscire dal nostro piccolo a creare il futuro per noi e per quelli più grandi di noi, per evitare la diffusione sempre più consistente di questo sentimento di antipolitica che vede coinvolto il nostro paese. Ben venga l’indignazione e la protesta se fatta in modo civile (questo deve servire anche da forte monito per il Pd e le altre forze di Sinistra, che non possono sottovalutare questo malcontento diffuso tra le persone), ma ai siciliani indignati lasciamo le parole di Paolo Borsellino: “La Rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano”.

 

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