La Procura di Catania indaga sulla morte dell’avvocato Carmelo Scarso dopo lettera della figlia

La lettera-denuncia della figlia di un avvocato di Modica che raccontava l’odissea del padre malato di cancro, morto in attesa di una visita nelle strutture sanitarie siciliane aveva spinto nelle scorse settimane il Codacons e l’Associazione Italiana per i diritti del malato- Art.32-97 ad intervenire con un esposto-denuncia indirizzato alle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Catania, Ragusa e Palermo.
L’intervento delle associazioni ha prodotto i suoi frutti. Infatti, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania ha deciso di aprire un fascicolo d’indagine con le ipotesi di reato di rifiuto di atti d’ufficio e omicidio colposo in ambito sanitario.
L’uomo,  secondo il racconto della figlia Alessia Scarso, giovane regista originaria di Modica, avrebbe girato a vuoto per tre mesi fra le varie strutture ospedaliere siciliane in attesa di referti e risposte che non sono arrivate. Tra vari ritardi ed anomalie segnalate, al Policlinico di Catania non avrebbero fatto in tempo ad effettuare una visita pneumologica, mentre al Garibaldi di Catania ci sarebbe stato un notevole ritardo dell’anatomia patologica nel consegnare il referto con la diagnosi di tumore.
I cittadini siciliani hanno il diritto di pretendere una sanità degna di un paese civile, commenta l’Avv. Carmelo Sardella, Dirigente dell’Ufficio Legale Codacons Sicilia, senza liste d’attesa interminabili all’interno dei poli ospedalieri che spesso portano anche ad esiti nefasti. Confidiamo nel lavoro della magistratura affinchè si accertino le eventuali responsabilità di quest’ennesima vicenda di ordinaria malasanità.

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