LA POLIZIA GIUDIZIARIA STA ESAMINANDO VIDEO E TESTIMONIANZE PER ACCERTARE EVENTUALI RESPONSABILITÀ PER LA MORTE DI 3 MIGRANTI

 

 

Le dichiarazioni di un testimone “in un attimo il gommone si è sgonfiato e rovesciato e tutti sono caduti in acqua. Io per fortuna ero già salito a bordo ed ho visto con i miei occhi tutti i miei compagni di viaggio nuotare l’uno sopra l’altro per raggiungere la scaletta; qualcuno non ce l’ha fatta nonostante avesse il giubbotto, è stato straziante assistere alla loro morte, potevo esserci io al loro posto”.

 

·        Appena giunta in porto a Pozzallo una nave mercantile che ha soccorso altre 210 persone ed anche in questo caso testimoni oculari riferiscono che durante il trasbordo 2 migranti sono annegati davanti agli occhi dei compagni di viaggio

Le dichiarazioni del comandante: sfortunatamente durante le operazioni di trasbordo due migranti sono caduti in mare perché si spingevano tra loro per salire. Li abbiamo visti andare giù ma purtroppo non è stato possibile salvarli e neanche recuperare i cadaveri.

 

La Polizia Giudiziaria alle ore 19.30 di ieri, unitamente al Sost. Proc. di turno Dott. Marco Rota è salpata dal porto di Pozzallo a bordo di una motovedetta per raggiungere una petroliera che si trovava davanti al porto in quanto non le era possibile accedere all’interno perché il fondale era troppo basso.

Una volta a bordo sono stati subito esaminati i cadaveri dei tre giovani migranti (in corso accertamenti della Polizia Scientifica per risalire all’esatta identità) provenienti dal centro africa da parte del medico legale che sin dai primi accertamenti (successivamente confermati dall’ispezione cadaverica) ha dichiarato che la morte era dovuta ad asfissia da annegamento.

Le indagini immediatamente iniziate a bordo della petroliera hanno fatto si che gli investigatori verbalizzassero le dichiarazioni del comandante, dell’equipaggio e di alcuni dei 102 migranti superstiti (tutti uomini)  originari del Ghambia, Mali, Ciad, Senegal e Nigeria.

Tutti hanno riferito che l’imbarcazione si trovava alla deriva per un malfunzionamento del motore e che sono stati soccorsi da una motovedetta maltese che ha dotato di giubbotto salvagente i migranti sfamandoli con biscotti e dissetandoli con acqua.

Una volta effettuato il soccorso la motovedetta affidava il gommone con 107 (20 circa i minori) persone a bordo ad una petroliera battente bandiera maltese e riprendeva il mare per andare su un altro soccorso così come dichiarato dalle autorità maltesi.

Nelle fasi di trasbordo dal gommone alla nave mercantile, così come si evince dal video fornito dal comandante della nave ed esaminato dettagliatamente dall’Autorità Giudiziaria e dalla Polizia Giudiziaria, i migranti nel tirare una cima che li collegava alla nave, esercitavano molta forza facendo strofinare il gommone contro la scaletta e considerate le fatiscenti condizioni del natante, questo si forava ed in pochi istanti tutti i passeggeri rimasti ancora a bordo (95 circa) cadevano in acqua. Pochi i secondi per far si che tutti venissero presi dal panico nuotando l’uno sull’altro, causando così l’annegamento di 3 migranti successivamente recuperati. L’equipaggio ha riferito inoltre che altri 2 sono i dispersi in quanto nelle more del soccorso la corrente li trascinava via e se ne perdevano le tracce non consentendo loro il recupero nonostante avessero il giubbotto salvagente.

Alle ore 23.45 tutti i superstiti giungevano al porto di Pozzallo a bordo di un rimorchiatore e trasferiti all’interno del C.P.S.A. per le prime cure mediche, l’identificazione e le indagini della Polizia Giudiziaria.

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo dei 102 migranti (+ 3 cadaveri) venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico, operazioni alle quali partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato, altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.

In questa occasione il l’Ufficiale di Pubblica Sicurezza a cui è demandata la responsabilità dell’Ordine Pubblico inviava 100 migranti sbarcati poche ore prima in c.da Cifali a Ragusa mentre gli altri permanevano al centro.

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa ed il Servizio Centrale Operativo Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, collaborati da un’aliquota della Sez. Oper. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo ed un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica hanno iniziato le indagini sin dai primi istanti dell’approdo dei migranti e sono in corso tutt’ora la audizioni dei compagni di viaggio dei ragazzi deceduti, sia per apprendere le esatte generalità dei cadaveri (per avvisare consolato e famiglia), sia per verificare eventuali responsabilità degli scafisti.

Ancora una volta i migranti hanno raccontato di violenze durante la permanenza nei centri di reclutamento in Libia per poter partire per il viaggio in Italia alcune delle quali terribili anche solo da ascoltare e verbalizzare.

Al momento non vi sono soggetti arrestati ed in corso vi sono attività di Polizia Giudiziaria per valutare la posizione di coloro che si sono alternati alla conduzione del natante per come da loro riferito.

Sembra che fatti salire a bordo del gommone senza alcun scafista, i libici  hanno solo illustrato il funzionamento del motore e della bussola ad alcuni passeggeri scegliendoli su base volontaria. Sembra che anche loro facessero parte del gruppo dei migranti, “clienti” dell’organizzazione alla quale ciascuno ha pagato 1.000 $.

Nelle prossime ore verranno espletate ulteriori attività al fine di appurare eventuali responsabilità di coloro che possono a qualsiasi titolo favorito l’ingresso nel Territorio Nazionale di immigrati clandestini.

Le ipotesi di reato vanno dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravata dal fatto che in più persone hanno perso la vita, alla morte come conseguenza di un altro delitto.

 

 

LE TESTIMONIANZE

·         Un migrante maliano:

 

“Dalla motovedetta ci hanno fornito i giubbotti di salvataggio, oltre a biscotti ed acqua; poi dalla nave ci hanno poi lanciato delle cime per avvicinare il gommone alla stessa nave, dalla quale nel frattempo era stata fatta scendere una scala. Una volta avvicinatosi alla nave, alcuni passeggeri hanno cominciato a salire a bordo della stessa, ma ad un certo punto il gommone si è distanziato. Alcuni passeggeri hanno nuovamente tirato le corde, evidentemente con troppo vigore, per riavvicinare il natante alla nave, ma il gommone è andato a sfregarsi più volte alla scaletta della, tanto che si è afflosciato e rovesciato facendo cadere in acqua tutti i passeggeri. Io fortunatamente ero già salito sulla nave prima che il gommone si rovesciasse; solo 6 persone prime di me e 5 dopo sono riuscite a salire sulla nave prima che il gommone si rovesciasse ed inermi abbiamo assistito alla morte dei nostri compagni di viaggio che gridavano aiuto; non dimenticherò mai le loro urla, potevo essere io al posto loro”.

 

 

LA GESTIONE DELL’ORDINE PUBBLICO

 

La Polizia di Stato responsabile dell’Ordine Pubblico così come delle indagini in materia di criminalità straniera, sta gestendo la “macchina” organizzativa con grande dedizione permettendo un fluido arrivo e contestuale partenza verso altre mete dei migranti a bordo dei charter messi a disposizione del Ministero dell’Interno così come accadrà nella data di oggi.

Gli uomini e le donne della Polizia di Stato stanno dando grande esempio di professionalità e spirito di abnegazione in considerazione delle interminabili giornate dedicate a gestire gli arrivi, l’identificazione, le indagini di Polizia Giudiziaria ed i trasferimenti, così come tutto il lavoro che inizia il giorno dopo lo sbarco per le istanze di richiesta asilo.  

L’Ufficio Ordine Pubblico per disposizioni del Questore di Ragusa Giuseppe Gammino sta organizzando partenze per altri centri al fine di poter permettere ulteriori arrivi già preannunciati.

 

 

BILANCIO ATTIVITA’ POLIZIA GIUDIZIARIA

 

Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 53 scafisti dalla Polizia Giudiziaria a Pozzallo e sono in corso numerose attività di collaborazione tra le Squadre Mobili siciliane al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste libiche a quelle Italiane. Inoltre il Servizio Centrale Operativo sta coordinando le diverse Squadre Mobile siciliane e nazionali per addivenire ad un’eventuale rete di assistenza di questi migranti una volta sbarcati in Italia.

Gli investigatori con poche ore di sonno, in considerazione anche dei rinforzi ormai operanti da settimane fianco a fianco con la Squadra Mobile di Ragusa, stanno opponendo un muro a coloro i quali speculano sulla vita dei migranti assicurando alla giustizia coloro i quali fanno parte di più ampie organizzazioni criminali transnazionali.

 

L’ATTIVITA’ DI POLIZIA GIUDIZIARIA IN CORSO

 

Alle ore 15.30 odierne sono sbarcati altri 220 migranti al porto di Pozzallo.

Gli investigatori stanno ascoltando sia superstiti della tragedia del mare accaduta in acque libiche ieri, durante le fasi di soccorso operate da una petroliera battente bandiera maltese al fine di approfondire le dichiarazioni rese da alcuni migranti, sia i migranti di questo nuovo sbarco poiché anche in questo caso a seguito di un altro incidente sono morte altre due persone.

 

In particolare modo, una nave mercantile che trasportava banane ha soccorso in anche antistanti la Libia i migranti tanto che sono in corso le attività di verbalizzazione delle dichiarazioni del comandante della nave e del quo equipaggio.

Al momento hanno dichiarato che durante le fasi di soccorso in due hanno perso la vita annegando. Dai primi accertamenti sembra che i migranti, per salire per primi a bordo della nave che li stava soccorrendo si spintonavano, tanto che in due cadevano in acqua e non indossando giubbotti salvagente annegavano andando a fondo, non permettendo ai soccorritori neanche di recuperare i cadaveri.

“La Polizia Giudiziaria continuerà le indagini senza alcuna sosta, al fine di poter identificare i cadaveri grazie agli accertamenti tecnici della Polizia Scientifica ed ai contatti con le ambasciate di diversi paesi del mondo. La finalità è quella di poter permettere alla famiglia di origini di essere informata su quanto accaduto”.

 

 

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