LA POLIZIA “A PIEDI”

Nei miei ricordi c’è il fascino dei “poliziotti a cavallo” di Villa Borghese, ma adesso abbiamo anche scoperto i “poliziotti a piedi” inventati da Tremonti.

Tralasciando la (purtroppo) facile ironia, e non volendo infierire sui proclami di attenzione all’ordine pubblico che il governo ha ampiamente disatteso, mi preme cogliere l’occasione della clamorosa protesta delle forze dell’ordine e dei Vigili del Fuoco che chiedono un contributo ai cittadini per finanziare la loro sicurezza per ritornare sui problemi connessi alla politica dei “tagli lineari” applicata da Tremonti per far quadrare i conti.

Cosa sono i “tagli lineari”? Detto in modo brutale è il meccanismo con cui, per evitare diatribe sulle priorità dei “tagli” si stabilisce una percentuale di “risparmi” da attuare e si spalmano in modo “orizzontale” sui capitoli di bilancio dei Ministeri, lasciando poi ai singoli ministeri la gestione dei “risparmi”; messa così la vicenda può anche essere percepita come una modalità corretta di procedere, ma gli effetti distorsivi che provoca testimoniano che non è così e proviamo a spiegare perché.

Alcune amministrazioni, e non è un caso che siamo partiti dalle forze dell’ordine, hanno di fatto il bilancio estremamente rigido in quanto quasi tutto utilizzato per pagamento stipendi e la parte residua per le spese di gestione. I tagli via via stratificatisi nelle varie manovre, non potendo scaricarsi sugli stipendi che anche se rappresentano la maggior parte della spesa non sono più comprimibili (già gli straordinari e le trasferte sono un miraggio da anni e obbligano le forze dell’ordine a trasformarsi in “volontari dell’ordine” perché spesso svolgono servizi che non verranno mai retribuiti) si scaricano sulle spese di gestione che essendo percentualmente una parte minoritaria del bilancio di fatto viene falcidiato in modo spesso irragionevole.

I tagli ragionieristici vengono attuati, ma con quali risultati?

I risparmi hanno prima rallentato il turnover dell’autoparco, poi hanno ridotto le spese di riparazione, che fisiologicamente aumentano in presenza di auto più vecchie (gli addetti alle scorte di Palermo lamentano auto con una media di 300.000 Km) ed ora infine ecco tagliare sui buoni benzina……

Tutto questo pur se efficace dal punto di vista del bilancio ha un senso? Quando le forze dell’ordine non possono svolgere il loro ruolo di controllo del territorio a cosa servono?

Il paradosso è che lo Stato continua a pagare gli stipendi al personale, gli affitti dei locali, e tutte quelle spese incomprimibili che servono a tenere in piedi l’intera struttura e poi per risparmiare pochi spiccioli per la benzina o per le spese di cancelleria o per la manutenzione delle auto tutto l’apparato che costa miliardi di fatto non svolge la sua funzione! Il risultato paradossale è che invece di diminuire gli sprechi, questo approccio ragionieristico, di fatto, diminuendo l’efficacia dell’azione amministrativa (in questo caso il controllo del territorio), aumenta a dismisura lo spreco!       

Quanti manager agirebbero in modo tanto ottuso? Possibile che questi “uomini del fare” non si rendano conto di questo?

Giustamente l’appunto che si fa a questo argomento è imperniato sulla “necessità di tagliare la spesa pubblica” e il problema è vero e concreto, ma il modo di affrontarlo non è necessariamente quello dei “tagli lineari” anche perchè l’esperienza ci dice che questo approccio alla fine non elimina gli sprechi anzi rischia di ampliarli.

L’approccio alternativo tentato da Padoa Schioppa e rimasto nel cassetto con l’avvento di Tremonti era quello denominato dello “spending  review” cioè dell’analisi condotta centralmente sulle singole voci di spesa dei vari Ministeri per operare i tagli la dove la spesa non è considerata strategica o dove si individuano spechi. Ovviamente si tratta di un lavoro lungo e certosino che essendo stato abbandonato non può ora produrre effetti nell’immediato, ma è anche un approccio che porta a coerenza anche la capacità di programmazione che in atto è totalmente resa inutile dalle politiche di “tagli lineari”, qualche esempio macroscopico è sotto i nostri occhi, nella nostra città; basta vedere la bella e funzionale caserma dei Carabinieri di Marina di Ragusa “abbandonata” dopo qualche anno di attività: quanti litri di benzina si sarebbero potuti acquistare?

 

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