La Pasqua a Comiso: le origini catalane dell’antico rito della “paci”

La Pasqua a Comiso ha tradizioni antichissime. Un rito che si ripete per anni. Alcuni storici ne hanno parlato e Salvatore Fiume ne descrive i tratti nel suo libro autobiografico “Viva Gioconda”.

Il folklore e le tradizioni di origine catalana si legano indissolubilmente con i riti religiosi, quelli del giorno di Pasqua, il giorno più importante dell’anno liturgico.

Così come avviene in molte città siciliane (e – tra le altre – le vicine Modica e Caltagirone, dove centrale è la figura del San Pietro) la pasqua diventa quasi un racconto teatrale della resurrezione di Cristo e il momento centrale è l’incontro tra la Madonna e il Figlio Risorto. Riti analoghi si celebrano anche in molte città calabresi, in alcuni casi trasferiti al lunedì santo.

I due “angeli” ai piedi dei simulacri di Gesù Risorto e della Madonna Annunziata

A Comiso, i simulacri della Madonna Annunziata e di Gesù Risorto escono dalla basilica di Maria SS. Annunziata alle 10,45. Ha inizio la lunghissima processione che durerà ben 12 ore. Ai piedi dei due simulacri siedono due bambini, vestiti con ricche vesti da “angelo”: sete rosse con pizzi e merletti per il bambino che veste i panni dell’Angelo ai piedi del simulacro del Cristo Risorto e sete azzurre per il piccolo che siede ai piedi del simulacro della Madonna Annunziata. I due angioletti hanno un’età compresa tra i 10 e i 12 anni. Quest’anno saranno Gabriele Strada, ai piedi dell’Annunziata e Aurelio Di Vita, ai piedi di Gesù Risorto.

Il canto del “Regina Coeli” e la “Paci”

Subito dopo l’uscita, i due simulacri vengono piazzati uno davanti all’altro, lungo il corso Vittorio Emanuele, a fianco del sagrato della basilica. Il rito, immutato da secoli, si ripete ogni annoi con grande emozione dei presenti. Il bambino situato ai piedi dell’Annunziata si alza in piedi per intonare il canto del “Regina Coeli”. È il saluto della Madre al Figlio. Nella piazza si fa silenzio all’improvviso. Subito dopo risponde, con le stesse parole e le stesse note, l’angelo situato ai piedi di Gesù Risorto. Subito dopo i due simulacri vengono lanciati in corda uno verso l’altro, per tre volte, a simboleggiare l’incontro tra la Madre e il Figlio. È il rito della PACI.

Questo rito si ripete per ben 14 volte nel corso della giornata, in alcuni luoghi centrali della città e davanti alle chiese. Momenti centrali sono la cosiddetta “paci ro strittu”, la pace in piazza Fonte Diana (cosiddetta dei Gonfaloni e delle Confraternite).

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