LA NUOVA ROMA DI SPALLETTI

Dopo le indimenticabili quattro stagioni (dal 2005 al 2009), per ciò che concerne sia la proposta di gioco che i risultati, sotto la gestione Sensi, il tecnico di Certaldo è tornato ad essere l’allenatore della prima squadra giallorossa nello scorso mese di Gennaio, per precisa volontà del presidente James Pallotta ormai stufo dei continui “disastri” sportivi (su tutti l’eliminazione in Coppa Italia per mano dello Spezia, team militante nella serie cadetta) compiuti dal francese Garcia. Grazie all’estrema competenza dell’ex mister dello Zenit, la Roma è riuscita a conquistare tre obiettivi di assoluto livello: il terzo posto in classifica, che garantisce la presenza al terzo turno preliminare della prossima Uefa Champions League (recentemente dall’urna sono usciti i portoghesi del Porto); l’essersela giocata alla pari nell’ottavo di finale della scorsa Champions contro i futuri campioni del Real Madrid e, cosa più importante in assoluto, l’aver risollevato una squadra letteralmente “a pezzi”, riuscendo addirittura nell’impresa, visto il pochissimo tempo a disposizione, di conferire alla stessa una forte identità e riconoscibilità tattica e di gioco.

Rispetto alla sua prima esperienza romana, l’allenatore toscano ha fatto emergere un nuovo importante tratto distintivo, frutto della “più che decorosa” esperienza alla guida della compagine russa dello Zenit (condita dalla vittoria di due campionati ed una coppa di Russia): la scomparsa di un vero e proprio dogma tattico, come dimenticare il suo blasonato ed ammirato 4-2-3-1 col “falso nuove”, a vantaggio di una maggiore fluidità e varietà in relazione alla situazione ed al contesto (passaggio alla difesa a 3 sia pre che in corso di match, l’utilizzo tutt’altro che sporadico del 4-3-3 e la possibilità di impiegare un vero numero nove all’interno del proprio gioco). Dal suo ritorno all’ombra del Colosseo, ha collezionato il seguente score: 14 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte (ben due delle quali nella massima competizione europea contro i blancos) in 21 partite, con 47 col fatti e 23 subìti. Sulla scia di questi numeri, oltre che ovviamente analizzando nel dettaglio le prestazioni compiute sul rettangolo verde dalla squadra, il duo Spalletti-Sabatini sta provando a costruire una rosa di assoluto livello, che possa lottare su tre fronti al fine di raggiungere i massimi risultati possibili.

Allo stato attuale, il reparto sul quale si è intervenuto maggiormente è stato quello difensivo, frutto principalmente dei gravi infortuni al ginocchio subìti dal poderoso centrale tedesco Rudiger e dal veloce e tecnico terzino sinistro portoghese, neo acquisto tra l’altro, Mario Rui. In quest’ottica si leggono i colpi Fazio, Vermaelen e Juan Jesus; difensori che conferiscono alla retroguardia giallorossa un esplosivo mix di fisicità, esperienza, tecnica e duttilità. Le ultime due doti citate sono quelle che, ad oggi, servivano di più alla banda Spalletti, rispettivamente per iniziare con maggiore “pulizia” e velocità il gioco dal basso, con l’ex capitano di Ajax ed Arsenal a farla da padrone, e per sopperire, almeno per i prossimi mesi, alla penuria di terzini sinistri, in quest’ottica sia il belga che il brasiliano possono adattarsi tranquillamente, interpretando il ruolo in base alle proprie caratteristiche (il fattore mantenimento della posizione prevarrà su quello spinta offensiva). A ciò va aggiunto il nuovo prestito dell’estremo difensore polacco Szczesny, autore di una prima annata di altissimo livello in maglia giallorossa, e l’acquisto dall’Internacional di Porto Alegre del portiere della nazionale brasiliana Alisson, binomio di agilità e prestanza fisica come ce ne sono pochi nel panorama calcistico internazionale. Passando alla mediana, al netto della partenza “mal digerita” (eufemismo) di Pjanic verso la Torino bianconera, il ritorno alla base di Paredes, giocatore “nuovo” in termini sia di ruolo, non più mezzala ma regista, che di consapevolezza nei propri mezzi (nettamente accresciuta), e l’acquisto del talentino brasiliano classe 97 Gerson, strappato a suon di milioni, ben diciassette, all’illustra concorrenza del Barcellona, consentono al tecnico di Certaldo di mantenere un livello più che buono in termini di geometrie e di tecnica. In più, non va affatto dimenticato il ritorno al calcio giocato dello sfortunatissimo centrocampista totale Kevin Strootman, vittima di ben due serissimi infortuni al ginocchio nel giro di due anni e mezzo, che potrà finalmente fornire un fondamentale apporto in termini di personalità, quantità e qualità vistosi purtroppo solo nella sua prima, maestosa, stagione in maglia giallorossa. Per quel che concerne il reparto offensivo, data l’estrema completezza sia a livello di caratteristiche tecniche che sotto il profilo numerico, la situazione è rimasta fondamentalmente la stessa.

 

A circa tre settimane dall’inizio della Serie A 2016/17, si parla di tre ulteriori possibili acquisti prima della conclusione della sessione estiva di calciomercato. I nomi sul piatto sono quelli di Darmian, jolly difensivo (può giocare su ambo le fasce) del Manchester United, di Diawara, mediano del Bologna premiato quale miglior giovane dello scorso campionato, e di Borja Valero, mezzala tutta tecnica della Fiorentina. Nel caso in cui questi tre ulteriori giocatori dovessero sbarcare in quel di Trigoria, la Roma versione 2.0 del demiurgo toscano potrà dirsi finalmente completa ed iper competitiva. Stay tuned….                     

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